27 NOTA * Il vero nome di Barbablù fra a quanto asseriscono alcuni storici francesi di molto valore, Gilles di Lavai, signore di Rays, maresciallo di Francia. Fu uomo religioso sino alla follìa, matto da manicomio, in questa sua pazzia malvagia ed infame. Tanto malvagio, tanto infame, che mori di morte violenta bruciato a Nantes nell'ottobre del 1340 e più precisamente il giorno 26. Egli dava alla sua mania religiosa forme superstiziose. Carlo Perrault scrivendo questo racconto pensò forse a quel terribile Enrico Vili re d'Inghilterra, che si ammogliò sette volte, e sette volte fece morire la sposa, o con pugnale o con veleno o con strangolamenti. Quell' Enrico Vili ha lasciato di sè un ricordo d'infamia. Carlo Perrault chiamandolo Barbablù dal soprannome di Gilles de Lavai, volle forse dimostrare il proprio disprezzo per il re assassino. La leggenda di Barbablù è però diffusissima in tutto il mondo, e venne narrata anche da altri scrittori: Halm, greco, Grimm, tedesco, Asbjornsen danese, Milay Fontanals catalano narrarono le 'atrocissime vicende di quel personaggio leggendario: e le loro narrazioni differenziano di poco fi a loro. Si narra che residenza dell'iniquo Barbablù fosse il castello di Carnoet sulle rive del Laita, un torrente alimentato dal congiungersi delle acque dell'Isole e dell'Elle. Lo narra Cambry nel suo Viaggio a Finisterra. Egli però ne trovò soltanto una torre e molto diroccata, nido di gufi e di civette. Barbablù sposava una donna ed appena la sciagurata sentiva nel proprio grembo i dolcissimi turbamenti della maternità, egli la faceva morire. Ma non durò a lungo. Un giorno Barbablù sposò la sorella di un Santo: la quale, non