iuu ENRICHETTO DAL CIUFFO Contento di incontrarla sola, Enrichetto la avvicina con tutto il rispetto e la cortesia immaginabili. E avendo veduto, dopo averle fatto i soliti complimenti, che ella era molto triste, le disse: — Non comprendo, signora, come una creatura bella come voi possa essere così triste come mi sembrate : poiché se io posso dire di aver vedute nel mondo molte belle fanciulle, posso però giurare di non averne mai vista una la cui bellezza uguagli la vostra. — Piace a voi dirlo — rispose la principessa. E non trovò altro da dire. Enrichetto dal ciuffo soggiunse: — La bellezza è una superiorità così grande, che deve supplire a tutto il resto. Voi la possedete, ed io non trovo una ragione al mondo che debba affliggervi così. — Amerei meglio — rispose la principessa — essere brutta come voi, e avere dello spirito; ma non possedere lamia bellezza ed essere così bestia come sono. — Nulla, signora, è indizio di spirito come il dire di non averne. Questa virtù ha proprio questo di singolare; più se ne possiede e più si crede di non averne. La principessa disse: — Io so una cosa soltanto: che sono molto bestia; di qui il dolore che mi uccide. — Non è che questo ? Allora, signora mia, io posso facilmente distruggere il vostro dolore. — E come? — domandò la principessa. — Io ho il potere — rispose Enrichetto dal ciuffo — di donare tanto spirito quanto voglio io alla persona che devo amare di più; e siccome, signora, voi siete quella persona