112 CENERENTOLA La povera fanciulla soffriva tutto pazientemente e non aveva il coraggio di lagnarsene col padre, che l'avrebbe certo rimproverata. La moglie, infatti, lo possedeva intieramente. Appena finite le sue faccende, ella si collocava in un angolo del camino, sulla cenere: per questo la chiamavano Culincenere, fuor che la minore delle sorelle, non così maligna come la sorella e la madre, e che la chiamava Cenerentola. E Cenerentola, a malgrado dei suoi abiti rudi e goffi, era cento volte più bella delle sue sorelle, le quali vestivano sontuosamente. Ora avvenne che il figlio del re diede un ballo, invitando alle danze tutte le genti di qualche levatura. Le nostre signorine — fra lo prime del paese — ricevettero pure esse l'invito, ed eccole occupate a scegliere gli abiti, le acconciature che potessero adattarsi alle loro persone. Nuove pene, quindi, per Cenerentola ; poi che essa doveva stirar la biancheria delle sorelle e dar l'amido ai loro manichini. Non parlavano più che di quegli abbigliamenti. La maggiore disse : — Io metterò l'abito di velluto rosso con le mie trine inglesi. La minore disse: — Io avrò la mia veste solita ; in compenso indosserò il mio mantello a fiori d'oro e la mia collana di diamanti, le quali cose non si vedono certo tutti i giorni. Fecero venire la pettinatrice per la faccenda dei ricci, si comperarono dei nei dal commerciante in voga. Poi chia-