160 PELLE D'ASINO scuderia. E non per capriccio, ma con molta ragione, il Re aveva assegnato all'asino quel posto. Le virtù di quel raro animale ben meritavano quell'onore, chè la natura gli aveva dato il potere di coprire tutte le mattine la sua lettiera di bei scudi d'oro nuovi di zecca e di luigi di ogni sorta, che venivano raccolti al suo risveglio. Ora, come le vicende della vita si svolgono tanto per i Re, come per i loro sudditi, e sempre al bene si unisce il male, il Cielo permise che la Regina fosse colta improvvisamente da una gravissima malattia, che — a malgrado delle cure abilissime dei medici — la trasse in poco tempo alla tomba. Tutti ne furono desolati. Il Re, sensibile ed innamorato, a malgrado del proverbio famoso il quale afferma che il matrimonio è la tomba dell'amore, si addolorava terribilmente* facendo dei voti ardentissimi in tutte le chiese del Rearno. O j offrendo la propria vita per quella di una sposa così cara; invanamente però egli invocava il Signore e le fate. La Regina, sentendo la sua fine imminente, disse al marito che si struggeva in lagrime : — Trovate giusto, prima ch'io muoia, ch'io esiga una cosa da voi: ed è, che se voleste riammogliarvi... A quelle parole il Re mandò delle urla pietose, strinse le mani della moglie, le bagnò di pianto, giurandole che non si poteva e non si doveva parlare a lui di seconde nozze. — No, no — disse per finire — mia Regina adorata: parlatemi piuttosto di seguirvi... — Lo Stato — riprese la Regina con una fermezza che aumentava il dolore del marito — ha il diritto di esigere da voi il successore: voi avete dato ai vostri sudditi una fialia: o