COLOME. 113 ha essa una popolazione sproporzionata al suo territorio ? 0 non è piuttosto il contrario, quando vediamo rimanere incolta per mancanza di abili lavoratori una gran parte del fertilissimo suolo della Sardegna e della Sicilia, e in terra ferma vasti tratti a mezzogiorno degli Appennini? Sotto un governo provvido e fermo l’Italia potrebbe nutrire almeno dieci nuovi milioni di robusti agricoltori ed al tempo stesso migliorare le condizioni dei diciotto milioni i quali muoiono quasi di fame sulle sue fecondissime terre. Il leggere le memorie delle imprese marittime delle sue repubbliche medioevali' servirà ben poco all’ Italia, se da esse non apprende che nella creazione di nuove colonie il traffico può concludere più della conquista e l’ascendente più della potenza. Nei paesi esteri ad una nazione non occorre altro che illimitata libertà di commercio e di navigazione ; e non è forse ciò concesso e garantito, con o senza reciprocanza, dall’Inghilterra, in tutte le regioni ove si estende il suo dominio ? Era naturale forse che l’Italia agognasse Tunisi, e la Francia, nel prendere la Reggenza, non fece atto di buona politica, specialmente se fu mossa piuttosto dal desiderio di far dispetto alla sua sorella latina che da quello di vantaggiare sè stessa. Ma T Italia ha forse buone ragioni per invidiare alla Francia l’accrescimento del suo territorio nell’Africa settentrionale? L’Algeria è per la Francia da un mezzo secolo in qua un sasso al collo, e fino al 1880 la popolazione francese in quella colonia non superava la cifra di 144-,071 anime (appena più di metà della cifra degl’italiani nella Confederazione Argentina; vedi pag. 106), men Gallenga. 8