LA RIVOLUZIONE FRANCESE NEI SUOI RAPPORTI ECC. 235 di uniformare alle idee che gli erano state suggerite dalla pratica la sua azione di riformatore e di amministratore supremo di uno Stato depresso ; e non seppe o non potè fare altro che esercitare per mezzo degli scambi mercantili una vera serie di atti di rappresaglia contro le nazioni vicine. Con Adamo Smith e con i suoi geniali espositori e continuatori, primi fra tutti G. B. Say e Malthus, si venne creando la teoria del commercio datore di benessere economico ai popoli e quella, ancora più feconda, che il lavoro, se non l’unica, sia certo una delle sorgenti della ricchezza. È il commercio che dà impulso all’ agricoltura ed alla industria; esso è per sua natura un vincolo di solidarietà fra le genti, ed i capitali impiegati nello scambio si accumulano rapidamente in ragione diretta della domanda e dell’ offerta dei prodotti disponibili, senza alcun bisogno di regolamenti e di divieti inceppanti, destinati a reprimere i liberi sforzi degli uomini verso la conquista della ricchezza e destinati principalmente a conferire allo Stato una deleteria funzione protettrice su la produzione e su la circolazione dei beni economici. L’ o-pera dello Smith, pubblicata nel 1776, col titolo di «Ricerche su la natura e su le cause della ricchezza delle nazioni », getta le basi di tutta l’economia politica moderna, essenzialmente liberista, e sanziona il principio che la ricchezza delle nazioni corrisponde non tanto alla fecondità del suo suolo quanto alla varietà immensa dei prodotti industriali ed alla varietà dei mercati di esportazione e di importazione. Tutta la filosofia del secolo decimottavo fece coro a questi principii, anche se non li accettò apertamente, poiché essa partiva dalla libertà dello spirito umano e dal riconoscimento dei diritti dell’uomo anche nelle più umili classi sociali, e costituiva per ciò stesso la più aperta neo-azione dei principii animatori della vecchia politica europea e della vecchia filosofia teologica. La Rivoluzione «die distruggendo la vecchia compagine sociale, aveva anche’preteso di instaurare il regno della libertà sopprimendo le corporazioni artigiane, reggimentando la produzione ed il commercio e facendo dello Stato l’organo adatto alla distribuzione della ricchezza , non fece in apparenza che contradire in modo stridente ai principii della dot