COMMERCIO DEGLI ITALIANI

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portarono nel 1261 trionfanti con una flotta a Costantinopoli; ne scacciarono i Franchi e i Veneziani, e ottennero dal nuovo signore tutti i territorii e tulli i privilegi che la repubblica di S. Marco vi aveva prima posseduti.
   La capitale della Liguria divenne allora la prima potenza commerciale dell’Europa; e certo se l’audacia intraprendente, se l’impavido coraggio avessero potuto bastare a conservare il primato, essa non lo avrebbe perduto giammai. Ma i Genovesi, che Dante, giudice di inesorabile rettitudine, troppo bene chiamò uomini diversi, al valore eroico, all’acuto ingegno, alla mirabile sobrietà non accoppiavano nella stessa misura una savia politica nè i calmi consigli della prudenza. — lo non so se avete mai fatto, o signori, l’osservazione della singolare analogia che, fatte le debite proporzioni, ci presentano gli scambievoli rapporti che nel Medio evo ebbero Venezia e Genova, con quelli che passarono nei moderni tempi tra l’Inghilterra e la Francia. 11 governo veneto rappresentava, come il britannico, un sistema forte, permanente, durevole; era un edilìzio profondamente radicalo nei costumi e nelle tradizioni e saldamente costituito sopra la granitica base di un’aristocrazia prudente, ambiziosa, illuminata, patriótica. Quello di Genova, all’incontro, come i governi che per tanto tempo si succedettero con sì rapida vicenda nella moderna Francia, era incerto, fluttuante, straziato da continue fazioni, trascinato senza posa da una in altra novità.