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di danno gravissimo per lo Stato, egli non ritirasse mai il dividendo, l’aumento di valore dell’azione in 100 lire sarebbe perpetuo : ma in questo caso, il più sfavorevole per lo Stato, l’azionista (facendo il caso di azioni al portatore) dovrebbe pagare ogni anno lire 0,35 di imposta di negoziazione, il che corrisponde a pagare subito lire 7 : in aggiunta egli paga la patrimoniale dell’l per mille che sono altre lire 0,10 all’anno, corrispondenti a lire 2 subito: il suo lucro si riduce quindi a lire 9: e per questo lucro egli non si sottrae già al pagamento dell’imposta normale, ma solo ne allontana il momento fino al giorno in cui sia stanco di giocare all’astinenza e, peggio per lui, ad apprestare allo Stato un’ottima materia imponibile per la complementare sugli incrementi nel valore della sua azione.
   Tutto sommato, adunque, i pericoli del metodo che si propone appaiono di scarsa importanza pratica; ed il suo eventuale lieve danno è di gran lunga compensato dai vantaggi; sicché l’esperimento merita di essere fatto ; ed è da augurare che alla prova di illuminata modernità che viene così a fornire la finanza trovi leale corrispondenza in tutte le società; augurio che facciamo del resto con piena fiducia che esso sarà realiz