Finito di stampare il 13-3-1962 presso le Industrie Grafiche C. Zeppegno - Torino Registrato al n. 1374 in data 7-3-1960 presso ¡1 Tribunale di Torino. in questo numero: quadro del pittore Quaglino (6); fotografìe di Arte e Colore - Milano (19); Attuai Foto - Bologna (45); Celso - Lodi (25); Chiesa - Torino (4-13-20-21-22-44); Chomon - To- rino (46-47-48-49-50); Foto Giovetti - No- vara (25); Fernand Rousser - Bern (34); Photo Erpé-Nice (37-38-39); Foto Salon- Macau (19); Photo Erwin A. Sautter- Mijrren (35); Monca Ivo - Torino (15-24-54- 55); 1st. Foto Alpina "V. Sella"- Biella (43); Rampazzi - Torino (26-27); Vaghi - Parma (25); Zeppegno - Torino (coperti- na-2-4-23-29-30-31 -32). È vietato riprodurre articoli, disegni e fotografìe senza citarne la provenienza. Questa meravigliosa APPI A L'Appia entra nel suo decimo anno di vita: possiamo essere lieti e orgogliosi di questo nostro modello perennemente giovane, cui la clientela continua a rivolgersi con piena fiducia, con affetto, diremmo. Perché se è dalla primavera del 1953 che — attraverso le tre serie — l'Appia continua ad essere prodotta senza accusare flessioni nella richiesta del mercato, ciò significa che si tratta davvero di una vettura sana, vitale e — oseremmo dire — perfetta. I cortesi nostri lettori ci vorranno dunque scusare (e del resto sono tanti, tra essi, i fedelissimi dell'Appia!) se dedichiamo un po' di spazio e di tempo a questa nostra creatura prediletta, il cui ciclo è ancora lontano daWesaurirsi. Come abbiamo accennato, VAppia è nata nel lontano 1953, sorella minore dell'Aurelia e diretta discendente dell'Ardea. Il suo motore, della classica cilindrata di 1100 eme circa, sviluppava nella prima serie 38 CV, e la vettura raggiungeva i 120 orari, con una esemplare sobrietà di consumi. Tre anni dopo, usciva la W sene, che si differenziava dalla precedente per la carrozzeria modificata, specie nella parte posteriore; per l'interasse allungato e per alcune altre migliorie meccaniche, tra cui la maggiorazione della potenza del motore {43,5 CV), che consentiva una velocità massima di 128 km-ora. Nel 1959, infine, la IIIa serie, con carrozzeria ulte- riormente modificata e ammodernata, motore di 48 CV e velocità di 132 km-or a. Attraverso questa evoluzione, l'Appia è così arrivata all'elevatissima efficienza che tutti conoscono. Essa è oggi, nella produzione mon- diale, forse il solo modello di lusso nel settore delle cilindrate ridotte, "di lusso " per l'accuratezza delle finizioni, per la qua- lità dei materiali e degli accessori impiegati, per il comfort, per la signorilità della linea. Nell'uso, è invece singolarmente eco- nomica: consuma poco e non ha mai bisogno di nulla. Tra i tanti suoi successi, ci limitiamo a ricordare le vittorie nei Mobil Economy Run italiani del 1959, 1960 e 1961; la prova di durata (161 mila chilometri) del 1957; il raid Torino-Mosca- Milano (il ritorno di 3035 km percorso alla media di 89 orari); i titoli di campione d'Italia della classe 1150 Gran Turismo negli anni 1959, 1960 e 1961 e il Trofeo della Montagna 1959; le vittorie della "Junior " Dagrada con motore Appia potenziato. Ecco perché siamo così affezionati a questa meravigliosa Appia.