affrontare, e ad intelligentemente ri- solvere, nel presentare nel 1948 il primo abbozzo di un Museo, divenu- to bensì del tutto autonomo, ma pri- vo di spazio sufficiente a sistemare un materiale il cui inventario conta- va come minimo alcune decine di mi- gliaia di voci. Si trattò insomma di una sistemazione con evidenti carat- teri di provvisorietà distribuita in poche sale situate al pianterreno del « Palass d' le Miimie » in una cornice assai modesta e dimessa. Riaprendo infine in una veste totalmente rinno- vata cotesto Museo, il 14 luglio 1965, Carlo Carducci ha mostrato anzitut- to di essersi preoccupato della sug- gestione che sull'animo del visitato- re sogliono esercitare i fattori am- bientali, creando l'atmosfera più pro- pizia ed invitante tanto alla contem- plazione del manufatto artistico od artigianale esposto, quanto ad una serena e riposata meditazione degli elementi caratteristici ed estetici dei pezzi, al fine anche di una loro esat- ta valutazione. Il primo obiettivo è stato raggiunto col restituire alle sale l'antica mae- stosità, rimettendo a nudo le volte Per la decorazione di questa pisside in vetro nero, linee a rilievo ottenute al tornio. Toro in bronzo proveniente da Industria. guariniane. Il secondo è stato otte- nuto mediante un'esatta definizione didattica del materiale esposto sia sotto l'aspetto tipologico, sia con ri- guardo alla sua evoluzione cronolo- gica ed all'espansione topografica. Le stupende « vetrine a piede » ed « a muro » hanno conseguito lo scopo con esemplare chiarezza. Sei risultano i vani in cui si artico- la la sede del rinnovato Museo : due spaziose sale voltate e quattro stanze, più piccole e raccolte, addos- sate alla parete esterna del palazzo prospicente il muro che fiancheggia via Accademia delle Scienze. La prima delle due grandi sale gua- riniane potrebbe, in certo modo, venire considerata come una prefa- zione documentata della Storia del Piemonte, regione ove, per naturale ubicazione geografica, fatalmente si incrociarono sin dai tempi più re- moti le due contrastanti civiltà : quella latino-mediterranea e quella celtico-teutonica avvicendantisi nel- l'alterno trapasso dei valichi alpini e riflettentisi, sino ad oggi, in una infinita gamma di atteggiamenti spi- rituali. 14