Una fotografìa importante nella storia dell'automobile. Nella ingiallita immagine si distinguono il Presidente della Fiat, Giovanni Agnelli, Vincenzo Lancia, Ettore Bugatti, il costruttore francese Mathis, i piloti Nazzaro e Wagner. grandi geniali intuizioni, da tempo si scervellava sul problema dei servizi elettrici dell'automobile. A quel- l'epoca, le parti elettriche costituivano un'applicazione accessoria, adattata caso per caso, non studiata con il complesso del veicolo. Lancia si rese conto che al- l'impianto elettrico delle vetture bisognava dare una struttura omogenea, unificata, ma che spettasse al costruttore del telaio proporre una soluzione razionale, che ne migliorasse l'efficienza e facilitasse la manuten- zione dell'impianto. Così la « Theta » ebbe, prima in Europa, i servizi elettrici incorporati, alla stregua di ogni altra parte meccanica. Cadono i mesi e gli anni. Dopo la Grande Guerra (du- Fu la Lancia Theta la prima automobile in Europa ad avere i servizi elettrici incorporati. Fino a quel momento le parti elettriche costituivano un'applicazione accessoria. AUTOMOBILE IDEALE PHR IL DOPPIO SERVIZIO DA CITTÀ E TURISMO MOTORE 20-30 HP (4 cilindri) flf» e;«""»»»» >ra" «»i.la mttl.l» **' ** ***** a- i il Stlon dtl l'Olimpia IcadrM ptr ì» modtriil ri « Itkgtnu l'iuiu-FABBRICA AUTOMOBILI LANCIA U C ■Si- TORINO ■ VU Mon«à«v«. w Tckl. InUrcom. JJ-75 rante la quale la Lancia uscì con una serie di veicoli militari di ogni tipo, forniti anche agli eserciti alleati), fu costruito il modello « Kappa » a 4 cilindri, diretta- mente derivato dal « Theta » : con i suoi 70 CV di po- tenza, superava allegramente i 120 km orari; tra le altre innovazioni della « Kappa » sono da ricordare il piantone di sterzo a inclinazione regolabile, la leva del cambio centrale anziché esterna alla carrozzeria, l'av- viamento elettrico del motore mediante pedale. Si ebbe anche una versione sportiva, la « Dikappa », con mo- tore a valvole in testa di 87 CV. Nel 1922 veniva ripreso con la « Trikappa » un prece- dente brevetto Lancia: il motore con i cilindri (otto) disposti a V stretto, di 4594 cmc e 98 CV a 2500 giri: una vettura di alta classe con la quale si concluse quello che possiamo defini- re il secondo ciclo tecnico della Casa torinese. E na- sceva la « Lambda », univer- salmente considerata il capo- lavoro di Vincenzo Lancia, la sintesi delle sue ideali- tà tecniche, della genialità innovatrice di un uomo or- mai giunto alla piena matu- rità di industriale e di or- ganizzatore. La « Lambda » possedeva tre innovazioni fondamentali, addirittura ri- voluzionarie : la carrozzeria torpedo a struttura por- tante, la sospensione anteriore a ruote indipendenti, il motore a 4 cilindri a V stretto, compatto e di ridot- tissimo ingombro longitudinale, con elevato numero di giri, 3250, una follia per quei tempi. Osserviamone le immagini sul nostro calendario, la linea sottile e tesa, il lungo cofano ricco di personalità. Originaria- mente la « Lambda » era di 2120 cmc e raggiungeva i 115 orari; fu presentata ai Saloni di Parigi e di Londra del '22, e ancora una volta i tecnici e il pubblico rima- sero turbati di fronte a tanta audacia. Ma non tardò molto che questa vettura veloce e precisa, di formida- bile stabilità, tanto diversa dalle automobili tradizio- nali, conobbe un successo entusiastico. Fino al 1930 uscirono della « Lambda » nove serie; la cilindrata pas- sò successivamente a 2370 e infine a 2570 cmc, e la potenza, dagli originari 49 CV salì fino a 69 CV. Qual- cuna circola tuttora, ricercatissima dai cultori di auto storiche. Nel 1929 uscì la poderosa « Dilambda » con motore a 8 cilindri, sempre secondo lo schema a V stretto; aveva una cilindrata di 3960 cmc e 100 CV a 4000 giri. Tra le altre novità, questo modello di gran classe possedeva un dispositivo per la lubrificazione centralizzata dello chassis, il termostato per regolare la temperatura del- l'acqua del radiatore, un largo impiego di cuscinetti silentbloc alle articolazioni della sospensione. Due anni più tardi la Lancia presentò 1'« Artena » e 1'« Astura », una quattro cilindri di circa due litri la prima, l'altra una 8 cilindri leggera, di 2600 cmc. I due chassis erano fondamentalmente uguali, salvo nell'in- terasse. L'« Artena » divenne proverbiale per le sue qua- 4