lità di resistenza e robustezza: fu forse la prima auto- mobile al mondo a superare i 100 mila chilometri sen- za necessità di revisione. L'« Astura » (che più tardi venne maggiorata a 3 litri) fu uno dei temi favoriti dai carrozzieri, e grazie alle sue doti di brillantezza e tenu- ta di strada venne anche impiegata in competizioni : tra l'altro, conquistò i primi due posti assoluti nel Giro automobilistico d'Italia del 1934. Successivamente Vincenzo Lancia affrontò il problema della vettura leggera con la deliziosa « Augusta » di 1194 cmc, carrozzeria berlina a scocca portante, 105 orari, brillante ed economica, costruita in tre serie fra il 1932 e il 1935. E intanto la fabbrica sviluppava un importante programma di costruzione di veicoli indu- striali con i Diesel « RO » e « RO-RO ». All'« Augusta » seguì un'altra delle leggendarie macchi- ne Lancia : 1'« Aprilia », che doveva potentemente con- tribuire all'evoluzione tecnica generale dell'automobile moderna attraverso una serie di innovazioni audacis- sime, come le sospensioni a quattro ruote indipendenti, i freni posteriori montati all'uscita del differenziale an- ziché sulle ruote, la carrozzeria (sempre a struttura portante) di profilo aerodinamico e molto leggera. Con un motore a quattro cilindri a V stretto, inizialmente di 1351 cmc (portato nella seconda serie a 1486), 1'« Apri- lia » possedeva eccezionali doti di accelerazione, tenuta di strada, maneggevolezza, e rimase modernissima, sem- pre richiesta, fino al 1950 (quando fu sostituita con la « Aurelia »); nell'impiego sportivo non ebbe rivali nella classe 1500. L'« Aprilia » costituì in un certo senso il messaggio spi- rituale di Vincenzo Lancia, che mancò improvvisamen- te ai vivi all'alba del 15 febbraio 1937 (non aveva ancora 56 anni) senza poterne vedere uscire dalla catena di mon- taggio il primo esemplare. Poco dopo entrava in fun- zione il nuovo stabilimento di Bolzano con una mo- derna fonderia, cui in seguito si affiancò la lavorazione dei veicoli industriali. Le idealità di quest'uomo geniale continuarono ad ispi- rare gli uomini cui fu affidato l'avvenire della Lancia. È storia recente, ma vetture come la piccola simpatica « Ardea », le serie delle « Aurelia » (tra cui la famosa « B 20 », che diede l'avvio ad un breve esaltante perio- do di attività sportiva), l'indistruttibile « Appia », la lussuosa « Flaminia », fino ai recenti modelli « Flavia » e « Fulvia », che hanno introdotto nella produzione ita- liana la trazione anteriore e numerose altre raffinatez- ze tecniche, rappresentano appunto quello spirito di anticonvenzionalità che di Vincenzo Lancia fu uno dei tratti più caratteristici. Un sessantennio di storia della Lancia, un sessantennio importante per il progresso dell'automobile, punteggia- to di date e fatti memorabili, intriso di fatiche, di spe- ranze, di cose concrete, di successi. Un sessantennio durante il quale, giorno per giorno, si è andata creando la leggendaria fama « delle automobili che portano il nome agile e travolgente degli squadroni di cavalleria ». F. B.