L'AUTOMOBILE £ CONQUISTA DI LIBERTÀ Nel generale malessere dell economia mondiale — che in Italia è crisi senza mezzi termini — il settore più colpito è quello dell'automobile in tutte le sue componenti. Di per sé, il fenomeno sarebbe abbastanza natu- rale, dal momento che Vespansione dell'automobile, se da un lato ha propiziato la prosperità economica (specialmente nei Paesi più industrializzati), dall'altro è condizionata dallo sviluppo di questa. Il rapporto causa-effetto, in questo caso, può essere facilmente rove- sciato. Purtroppo, il periodo di recessione è coinciso con il culmine di un'irragionevole, persino astiosa, contestazione dialettica di quella che storicamente si può definire «civiltà dell'automobile». La quale, essendo esperienza umana, può benissimo presentare aspetti anche negativi, ma di gran lunga soverchiati da una somma di benefìci diffìcilmente quantificabili. L'automobile in sé stessa, in quanto bene strumentale, è fonte di progresso civile, è potente acceleratore dell'eco- nomia, anche attraverso le sue innumerevoli attività indotte, secondarie e terziarie ; è una conquista di libertà. Eppure, per una di quelle tante contraddizioni tipiche dell'epoca in cui viviamo, a un certo punto è diventata la grande accusata dei nostri mali. Così, da una posizione vagamente intellettualistica, è sembrato naturale trarne conseguenze indiscriminate, cioè «punire» l'automobile comprimendone il progresso con la gratuita teoria del consumismo e la spinta della crisi energetica. Anche per questo, oggi, l'automobile è in difficoltà. Con conseguenze che certi predicatori non potevano immaginare. È un errore che si paga, ma proprio in quanto tale è destinato a essere sepolto : il progresso umano non torna indietro, la conquista di civiltà che l'automobile rap- presenta è una realtà troppo viva per potere rinnegare sé stessa.