NEI SUOI SO ANNI DI VITA IL CINEMA FRANCESE HA AVUTO SUCCESSIVAMENTE DIVERSI OERARD PHILIPE. Dal 1920 in poi Ivan Mosjoukine fece trion- fare il (ascino slavo, mentre Jaque Catelain fu nel 1923 «Le prince charmant» e «Don Gio- vanni ». Ironico e simpatico, Alberi Préjean fu per 2 volte « Un mauvais garçon » nel '21 e '36. L'anno 1931 vide sorgere tutta una nuova serie di « attori giovani ». Ecco qui Pierre Fresnay nelle vesti di Marius (e che ha dato recentemente una magnifica prova di sè ne « Lo spretato »); Fernand Gravey ci appare in « Un homme en habit » personaggio che inter- preterà sotto diversi titoli. Henri Gara! ottiene un trionfo straordinario con « Il congresso si diverte »; René Lelèvre mette in risalto il suo « fascino timido » in « Jean de la lune ». ARD PHILIPE sta truccanciosl- Egli è attualmente l'attore Ideale del cinema francese. Uno rn,Llrc ai quelli che fanno battere i cuori, specialmente i femminili. Nato a Can- nes nel 1922, ha trascorso l'adolescenza sulla Costa Azzurra, compiendo gli studi presso un collegio religioso. La sua ascesa è stata rapida: dal 1946 in poi ha dimostrato di saper essere l'interprete indi- menticabile di qualsiasi tipo di personaggio, dando vita alla « spensierata giovinezza » di « Fanfan la Tulipe », alla inquieta anima di Faust («La bellezza del diavolo»), al desolante abbrutimento mo- rale dell'alcoolizzato de « Gli orgogliosi » — per ricordarne soltanto qualcuno — Ano al sorridente luogotenente del recente «Le grandi manovre». Fascino bellezza, talento, giovinezza, vivacità. Intel- ligenza: egli possiede tutte le qualità necessarie ad un grande attore: ed ha saputo via via incan- tarci. turbarci, divertirci. In una intervista fattagli da André Poirier, di « Point de Vue - Images du monde», egli ha dato brevi, ma argute risposte: Il suo carattere? Ambizioso. Qualità che ap- prezza maggiormente nei suoi amici? Il silenzio. Il pensiero che più lo preoccupa? L'urgenza delle cose che deve fare. Che cosa lo sorprende nella vita? La sua brevità. Predomina in lui l'entusiasmo o la riflessione? Prima si entusiasma, poi riflette. Che cosa lo interessa al di fuori del suo lavoro? Il lavoro degli altri. Dove si sente perfettamente a suo agio? A casa sua. Che cosa lo imbarazza? La gente che conosce. Qual è la cosa più facile da fare, e quale la più difficile? La più facile? Arri- vare in ritardo. La più difficile: scrivere una lettera ed ascoltare. La vita è stata generosa con lui: rimpiange qualcosa? Sì, la giovinezza. — E non ha che 33 anni! Il primo giovane divo del cinema francese fu senza dubbio Max Linder, il « perfetto gentiluomo», che già nel 1910 guadagnava 200.000 franchi all'anno! Interpretava in media 4 film comici al mese, e si suicidò nel 1925. Ma ecco nascere — sempre nel 1931- — l'eroe romantico: Pierre Blanchar, interprete de « L'Atlantide ». Tre anni più tardi Jean Pierre Aumont si rivela in « Lac aux dames »... Nel 1935 Jean Gabin fa un'entrata strepitosa nei Nel 1942 il romanticismo inizia una nuova offensiva con Jean Desailly ne « Il viaggiatore di Ognissanti» e nel 1943 appare il Jean Marais de « L'eterno riforno »: la sua popola- rità non cesserà di crescere. La Liberazione Si ritorna all'uomo maturo: ecco Frank Villard, di cui si innamora «Gigi» (1948). La virilità si fa più brutale con Yves Montand, avventu- riero del « Salaire de la peur » (1951), più in- tellettuale forse con Raymond Pellegrin, eletto campo cinematografico con « La Bandéra » e « Pépé le Moko ». Largo ai duri! Bisognerà attendere il 1941 per vedere il trionfo della gioventù e della spensieratezza di Francois Périer (« Giorni felici »). ci dà il primo attore combattivo: George Marchal, che interpreterà « I demoni dell'al- ba ». Nel 1946 Roger Pigaut farà trionfare con « Antoine et Antoinefte » il « ragazzo di buona famiglia »... il migliore attore dell'anno nel 1952. ¿d in- fine assistiamo al trionfo di Jean Claude Pascal, l'attor giovane romantico, di una bel- lezza classica, e di cui « Caroline Chérie » fa il suo favorito!