cardio-chirurgia nucleare alla SORIN Torino conosciuta e sconosciuta Storie di monumenti Elettrodi I cardiaci Ampie volute del cavo dell'elettro- do pen evitane Fies sioni o rotture ¡Incisionicutanee j ! e relative suture per l'applicazione dell'apparecchio stimolatore PACEMAKER ARTIFICIALE SORIN 'PACEMAKER INTERNO EPICARDICO Incisione cutanea per I applicazione dell'apparecchio stimolatore PACEMAKER ENDOCARDICO PER VIA VENOSA GIUGULARE Ampie volute de! cavo dell'elettro do per evitane Flessioni o rot- ture Decorso del cate tere elettrodo, l'apice del quale appoggia sul set- to interventrico- lare PACEMAKER ARTIFICIALE SORIN NSfcfr determinato lo sviluppo, su scala in- dustriale, di numerosi ritrovati, pro- dotti e apparecchi di modernissima concezione. In occasione di questi convegni, che hanno riunito a Saluggia nomi di risonanza mondiale, sono stati inaugurati due nuovi laboratori, l'uno per la produzione di stimolato- ri cardiaci, l'altro per lo sviluppo di prodotti radiofarmaceutici. Lo stimolatore cardiaco, o Pace- maker, è costituito da una sorgente di energia a lunga durata e da un circuito elettronico generatore di im- pulsi. Esso può essere applicato nel tessuto sottocutaneo ai pazienti la cui frequenza del battito cardiaco, per cause patologiche, scenda al di- sotto della norma. I prodotti radiofarmaceutici sono oggi indispensabili in quasi tutti i campi della medicina, particolar- mente la diagnosi e la cura di tumori. Grazie al nuovo laboratorio, la po- tenzialità di approntamento di questi prodotti viene sostanzialmente mi- gliorata e incrementata. Giova ricordare che la SORIN svol- ge in questo campo un servizio di va- lore nazionale, assicurando alla gran- de maggioranza degli utilizzatori ita- liani non solo un'ampia gamma di prodotti ma soprattutto una assidua assistenza nell'attuare e mettere a punto prodotti e tecniche nuove. Inoltre un accordo di cooperazio- ne tecnico-scientifica unisce la SO- RIN al CE A (Francia) e al CEN (Bel- gio) con lo scopo di sviluppare razio- nalmente, nel campo dei radioisoto- pi, i mezzi ed i ricercatpri dei diversi centri. Attraverso tale accordo la SO- RIN ha acquistato il ruolo di princi- pale produttore di radiofarmaceutici del mercato comune. SORIN plays host to the Heart-Surgery and Nuclear Medicine Conference. SORIN welcomed the members of two important conventions on heart surgery and nuclear medicine held from 11th to 21st October in Turin as part of the sixth Inter- national Medical-Surgical Conference. SORIN, which was jointly established by Fiat and Montecatini in 1956 to develop technical knowledge in the, then, budding nuclear energy sector, recently expanded its activity to serve a range of medical needs which call for continuously perfec- ted scientific software. Two new laboratories for the production of pacemakers and the development of ra- diopharmaceutical products were inaugu- rated in the course of the convention which brought personalities of international sta- tus to Saluggia. Pacemakers consist of a long life ener- gy source and an impulse generating elec- tronic loop. They can be applied under the skin tissue of patients suffering from a low heartbeat rate. Radio-pharmaceutical products are today required by almost all fields of medicine, particularly for the diagnosis and treat- ment of cancer. The new laboratories will substantially improve and speed up the preparation potential of the products. SORIN also entered into an agreement of technico-scientific collaboration with France's CEA and Belgium's CEN for the rational development of radicf-isotope fa- cilities and expertise. Thanks to this agree- ment, SORIN has become the major pro- ducer of pharmaceutical products in the European Common Market. L'apparecchio trasmette al cuore correnti elettriche pulsanti che stimolano il battito cardiaco. I disegni mostrano i due sistemi d'applicazione. tante evoluzione nell'attività della SORIN. La collaborazione fra alcune im- portanti scuole mediche italiane con il personale tecnico della SORIN ha tavola rotonda sui « pacemakers » Oltre il solito monumento equestre, o statue che rappresentano illustri uo- mini della scienza e della politica, vi sono monumenti legati a particolari episodi che spesso animano di un certo calore fredde statue: di molti ne co- nosciamo la storia, come il monumento a Carlo Alberto sulla piazza omonima che ha attraversato singolari vicende. Il quattro novembre 1847 l'insegnante Ercole Luigi Scolari iniziò una sotto- scrizione per un monumento a Carlo Alberto che ne ricordasse le prime ri- forme liberali. La sottoscrizione ebbe successo, ma i progetti per il monu- mento furono tali e tanti da lasciare perplessi; variavano da colossali forme ad arco con saloni circolari all'interno, a obelischi o colonne, a un'arena con monumento equestre al centro. Tutto ciò andò avanti parecchi anni attra- verso vicende lunghe e complesse; fin quando nel 1859 la Commissione pre- posta decise di affidare il progetto a Carlo Marochetti che con il monu- mento a Emanuele Filiberto, inaugu- rato nel 1838, fu giudicato con il suo ormai famoso « cavai 'd bròns », l'unico scultore al mondo capace di fare un cavallo. Il monumento venne inaugurato il 21 luglio 1861, ma le vicissitudini non finirono e nel 1867 si aprirono nuo- ve discussioni sulla collocazione. Con il completamento della parte posteriore del palazzo Carignano parve che il mo- numento venisse schiacciato dall'edi- ficio e si pensò di spostarlo; qualcuno propose invece di voltarlo, ma suscitò le ire della cittadinanza. Una lettera aperta di Vittorio Emanuele d'Azeglio riproponeva la piazza Castello, già idea dello stesso Marochetti, venne costruito un modello in legno e posto al centro della piazzetta Reale per vederne l'effet- to che fu disastroso. Si pensò allora di mettere il monumento davanti a Palaz- zo Madama al posto di quello dell'Al- fiere e questo trasportarlo al posto di Carlo Alberto; un'altra idea fu quella di trasportare il monumento addirit- tura in piazza d'Armi. Poi si ripensò alla piazzetta Reale abbattendo i Dio- scuri e due campate della cancellata. Si attese l'approvazione degli organi competenti che fortunatamente non venne mai e il monumento a Carlo Al- berto rimase, finalmente tranquillo, sul- la piazza dove lo vediamo tuttora. Parliamo ora di una curiosità: il mo- numento al cane Verter al quale sono legati due nomi illustri: Valperga Ca- luso e Giambattista Bodoni. E' stato innalzato per volere di Giuseppina Te- resa di Lorena in memoria alla fedeltà del suo cane prediletto, al centro del parco di Racconigi. La statua è posata su un piedistallo sul quale la princi- pessa fece incidere delle iscrizioni sui quattro lati, in ebraico, copto, latino e italiano, dettate dall'abate Valperga Caluso e i caratteri, nelle quattro lingue furono disegnati da Bodoni. Questo pic- colo foglio bodoniano stampato nel Tra i monumenti torinesi possiamo inoltre ricordare: Conte Verde, sulla piazza Palazzo di Città. Opera di Pelagio Palagi — epoca 1853 — rappresenta Amedeo VI in un episodio della guerra d'Oriente del 1366. Garibaldi, sul ccrso Cairoli. Opera di Odcardo Tabacchi — epoca 1887. Amedeo di Savoia, al Valentino (piaz- zale Torino Esposizioni). Opera di Da- vide Calandra — epoca 1902 — rappre- senta il duca d'Aosta alla battaglia di Custoza del 1866. Vittorio Emanuele II, sul largo omo- nimo. Opera di Pietro Costa — epoca 1899 — la statua in bronzo è alta nove metri e l'intero monumento misura 39 metri di altezza. Pietro Micca, sul giardino della Citta- della. Opera di Giuseppe Cassano — epcca 1864. 1792 è conservato alla Biblioteca Civica di Torino. I pioppi che furono piantati allora intorno al monumento sono ora giganteschi e fanno corona a quel Ver- ter che nella sua storia di piccolo cane appuntò i nomi di Valperga Caluso e Giambattista Bodoni. Il 22 rparzo 1848, Daniele Manin e i ve- neziani insorti, cacciarono gli austriaci da Venezia. Il 22 agosto 1849, Venezia capitolava sotto il giogo straniero. Il 22 settembre 1857, Daniele Manin mori- va a Parigi in esilio. Il 22 marzo 1861 un monumento all'esule veniva inau- gurato nei giardini Cavour di Torino. Il giorno ventidue segnò dunque tappe importanti nella, vita dello statista ve- neziano. L'inaugurazione del monumento a Da- niele Manin, eretto per volere degli italiani e dei francesi, avvenne nello stesso giorno e alla stessa ora in cui tredici anni prima Venezia, liberata dagli austriaci, affermava la propria indipendenza. Alle quattro e mezza po- meridiane nei giardini pubblici di To- rino, pavesati di bandiere italiane e francesi, venne scoperto il monumento marmoreo che ancor oggi si vede, ope- ra dello scultore Vincenzo Vela; la sta- tua rappresenta l'Italia che tiene con una mano un ovale con l'effige di Manin e con l'altra un ramo d'olivo. L'epi- grafe che si legge sul piedistallo fu scritta da Nicolò Tommaseo che divise l'esilio con Manin. Un monumento, noto a Torino come « cavallo di marmo » si trova ai piedi dello scalone del Palazzo Reale. La sta- tua fu eseguita nel 1619 da Andrea Ri- valta, per ordine di Carlo Emanuele I e doveva rappresentare Emanuele Fi- liberto. Ma il cavaliere in bronzo, il cavallo di marmo e i due schiavi sotto il cavallo, rimasero separati per molti anni, riposti in luoghi diversi del « Pa- lazzo Vecchio », come era chiamato l'an- tico palazzo ducale. Nel 1663 Carlo Ema- nuele II, dopo la costruzione del nuovo palazzo, decise di riunire le tre parti, ma fece cambiare la testa della statua con l'effige del padre, Vittorio Ame- deo I. Queste annotazioni di curiosità sto- rica esulano dai grandi monumenti del- la città: grandi monumenti, ma suffi- cientemente conosciuti? D. R. Il monumento a Emanuele Filiberto, il ce- lebre « Cavai d' bròns » in Diazza S. Carlo. 11