Convegno della tecnica per la circolazione stradale Nel 1968, in tutto il mondo, sono sta- ti costruiti 25 milioni di autoveicoli: se li si mettesse in fila, essi formereb- bero una colonna ininterrotta lunga più di centomila chilometri. Oggi il nume- ro degli autoveicoli circolanti è di cir- ca 220 milioni e nel 2000, secondo le previsioni, essi saranno 360 milioni so- lo negli Stati Uniti. Questi dati, espo- sti dall'ingegner Dante Giacosa nel corso della sua relazione al terzo Con- vegno Internazionale « La tecnica per la circolazione stradale », tenutosi re- centemente a Venezia per l'iniziativa dell'Automobile Club, della BP e della Fiat, illustrano eloquentemente i cre- scenti problemi imposti dalla circola- zione automobilistica. Per risolvere l'incalzante problema dei trasporti terrestri — ha soggiun- to l'ing. Giacosa — è opinione di mol- ti che sarebbe tecnicamente possibile verso il continuo affinamento della vettura. A tale proposito si può osser- vare che la sicurezza resta il requisito fondamentale comune a tutte le inter- pretazioni del concetto di vettura idea- le, mentre la mobilità e la economia assumono significati ed aspetti diversi in funzione delle situazioni ambientali nelle quali l'autoveicolo opera. Consi- derando in particolare la circolazione extra-urbana e quella urbana, si arriva a definire due tipi di vettura ideale, per l'uno e l'altro impiego. In conclusione si può affermare che l'automobile, pur perfezionata, non ri- solverà da sola il problema dei tra- sporti: alla sua soluzione è chiamata tutta la società partendo da imposta- zioni nuove e su basi di ampiezza fino- ra mai raggiunta. Una interessante indagine è stata inoltre presentata al convegno dal PREVENTIVA PROTETTIVA UOMO IVETTURA Cosi possono essere indicati i parametri dai quali dipende la sicurezza. Con « sicu- rezza » si indica l'insieme dei provvedimenti tendenti a prevenire, cioè ad evitare l'in- cidente, e quelli che servono a proteggere l'uomo quando l'incidente è inevitabile. La sicurezza « preventiva » si identifica con la sicurezza della circolazione, la « protetti- va » con la sicurezza dell'uomo, sia nell'interno che all'esterno del veicolo. realizzare alla line del secolo un siste- ma di trasporti coordinati ed integra- ti, ma innumerevoli ostacoli rendono tuttavia assai improbabile la riuscita di un tale avveniristico progetto: ed appare pertanto ragionevole cercare di perfezionare l'automobile adattan- dola sempre meglio alla situazione am- bientale attuale e a quella prevedibile in futuro. A tale scopo è di fondamentale im- portanza definire quella che potrebbe essere la « vettura ideale »: essa può configurarsi come un mezzo di traspor- to privato capace della massima mo- bilità, con la massima sicurezza e mi- nima spesa. Ma, considerato il rappor- to di intima dipendenza tra automo- bile e circolazione, tramite il sistema uomo-strada-regolamenti, è doveroso affermare che nemmeno la vettura ideale — ammesso che possa esistere — potrebbe determinare da sola la circolazione « ideale ». E' tuttavia indubbia la necessità di favorire la realizzazione di condizioni atte a migliorare la circolazione attra- 3rd International Convention on Road Traffic Techniques During 1968 were built in the world 25 million motor wehicles, which brought the world's car population to about 220 million units. These figures and the growing problems resulting from traffic congestion were discussed in a paper read by Mr D. Giacosa at the 3rd International Convention on Road Traffic Techniques. Mr Giacosa said that to solve the press- ing problems of overland transport, it was necessary to improve motorcar design so that it could fit more and more current and future environmental conditions. In this light — Mr Giacosa said — it became very important to define what could well be the « ideal car » as a mode prof. Lorenzo Crosetti e dal prof. Vit- torio Wyss, della direzione sanitaria Fiat, sul tema: « L'inlluenza del fattore strada e del fattore veicolo sull'orga- nismo del guidatore ». E' evidente che lo studio delle reazioni normalmente provocate sull'organismo umano dal lavoro di guida di un automezzo è dì fondamentale importanza per una esatta impostazione di tutte le ricer- che attinenti la medicina applicata al- l'automobilismo e al traffico. Proprio per questo il servizio sanitario della Fiat ha effettuato ricerce sistematiche, impiegando sei collaudatori di automo- bili su strada addetti da vari anni esclusivamente a questa attività pro- fessionale; le ricerche sono state fatte per determinare l'entità del consumo di ossigeno e di produzione di anidri- de carbonica provocata dalla guida di una vettura in città, su autostrada pia- na, su strada in salita e su strada in discesa. E' stata raccolta una grande messe di dati su alcuni valori fisiolo- gici fondamentali che possono essere alla base di più vaste indagini. of private transport, highly manoeuvrable and offering maximum safety at low ope- rating costs. While safety remained the basic common attribute for all interpre- tations of the concept of « ideal car », manoeuvrability and operating economy took on a different significance according to the environmental conditions, in town and out of town, in which the cars are called to operate, Mr Giacosa said. It must be realised — concluded Mr Giacosa — that the motorcar, even in its improved form, will not by itself solve the problems of road transport, for which it is necessary the cooperation of society as a whole along entirely new lines and concepts. A second paper on the « Influence of road and motocorcar on the driver's or- ganism » was read by Mr L. Crosetti and V. Wyss of Fiat Health Department. Un viaggio attraverso l'archeologia del Medio Oriente Alla scoperta delle città de Un viaggio attraverso l'archeologia del Medio Oriente deve svolgersi for- zatamente lungo gli itinerari seguiti dal grande Alessandro di Macedonia durante la sua fantastica corsa con- quistatrice fino all'Indo ad Oriente, fino ai confini con la Russia a nord, dove fondò città, recentemente sco- perte da missioni archeologiche in- glesi e francesi. Nel Pungiab fondò Alessandria Bucefala, in onore del suo cavallo preferito Bucefalo, mor- to di vecchiaia, ed una Nuova Ales- sandria al confine settentrionale del- la Battriana, ora Afganistan, sul fiu- me Oxo, quasi dirimpetto a Tash- kent, in una delle repubbliche orien- tali della Russia. Ancor oggi, nono- stante la rapidità delle comunicazio- ni, se si volesse seguire interamente l'itinerario di Alessandro il Grande occorrerebbero ànni, forse tanti quanti ne occorsero a lui per con- quistare il più grande impero del mondo, impero che aveva per con- fini la Grecia, l'Egitto, tutta l'Asia Minore, la Mesopotamia, la Persia, l'Afganistan e quasi tutto l'attuale Pakistan. Il nostro viaggio ha pretese più modeste, limitandosi alle città costiè- re dell'Asia Minore, oggi Turchia. At- traversati i Dardanelli, Alessandro si recò innanzitutto a Troia per vene- rare la memoria di Achille, ma anche dello sfortunato re troiano Priamo. Quando vi giunse lui, intorno al 335 a.C. Troia era ancora una città fio- rente di commerci, con santuari che richiamavano pellegrini dalle zone vicine. Oggi, di Troia rimangono brandelli di mura, pochi avanzi ri- portati alla luce da quel visionario omerico che fu Heinrich Schliemann, andato alla scoperta della città can- tata da Omero avendo come guida soltanto l'Iliade. Egli cercava la Troia di Priamo ed Ecuba, di Ettore ed Andromaca; sotto la pala dei suoi operai, egli trovò addirittura nove Troia, una sopra e dentro l'altra, un groviglio di costruzioni che andava dai primordi dell'umanità fino al No- vum Ilium ricostruito dall'impera- tore Augusto. Quale fosse la Troia di Priamo, il fanatico Schliemann non era in gra- do di stabilire. Si affidò ad alcuni segni, come il ritrovamento del fa- moso « tesoro di Priamo ». Un gior- no, mentre scavava accanto ad un muro, alcune pietre precipitarono senza ch'egli le toccasse, scoprendo un vano entro cui erano racchiusi diademi, collane, braccialetti, anelli, boccali, vasi d'oro. Egli si convinse che quel « tesoro » era stato nasco- sto dalla stessa Ecuba, oppure da qualche familiare di Priamo, mentre i greci, entrati in Troia con l'inganno del cavallo, aprivano le porte Scee ai greci appostatisi sotto le mura, ed incominciavano la strage e l'in- cendio della città. Gli archeologici professionisti af- fermano ch'egli ha commesso un grosso errore, quel tesoro non po- teva appartenere a Priamo, se si giu- dica dal punto in cui fu trovato; la Troia omerica dovrebbe essere la se- sta, mentre Schliemann ha trovato il tesoro in un insediamento più re- cente. Sofismi se si vuole, e quindi inutili; ciò che conta è la fortunata cocciutaggine del dilettante di ar- cheologia tedesco. A proprie spese, solo per l'infatuazione che aveva fin da ragazzo di andare a scopri- Priene, il Teatro re il mondo meraviglioso di Omero, Schliemann compì una delle più be- nemerite e grandiose imprese dell'ar- cheologia di tutti i tempi. Da Troia si scende più a sud, verso Smirne, che ai tempi di Alessandro era una città in piena decadenza; oggi è il porto mediterraneo più im- portante della Turchia. Ma per chi viaggia, Smirne è il centro ideale per il soggiorno. Dalla città maritti- ma partono le strade che raggiungo- no i centri dell'antica storia mediter- ranea, tutti un po' lontani, appartati, e con scarse comodità di soggiorno. Superba, arroccata alla sua acropoli, Pergamo racconta ancora coi ruderi imponenti le storie feroci delle suc- cessioni dinastiche. Teatri, terme, templi sono in completa rovina, del- la famosa biblioteca che conteneva 10