Concorsi della "Gazzetta per i lavoratori" La « Gazzetta per i lavoratori », settima- nale della Confindustria ha indetto, anche quest'anno, diversi concorsi riservati ai lavoratori, per un ammontare complessivo, tra premi e borse di studio, di oltre 15 milioni di lire. Concorso per i Lavoratori Anziani con premi per 620 mila lire, per operai ed im- piegati, occupati da almeno 35 anni pres- so la stessa Azienda o complesso indu- striale, sul tema: « Affermato il comune interesse delle parti che esige il superiore interesse del paese al lavoro, come crede- te debbano svolgersi trattative sindacali di categoria? » I saggi dovranno essere in- viati alla « Gazzetta per i Lavoratori », piazza della Madonna di Loreto 21, Roma, entro il 31 ottobre. Concorso per i lavoratori alpinisti, con premi per un milione di lire, indetto per premiare l'attività alpinistica e sci-alpini- stica. Le domande dovranno pervenire al- la « Gazzetta per i Lavoratori » entro il 31 ottobre. Concorso-Mostra per operai specializza- ti o qualificati, con premi per un milione di lire, relativo a ritrovati o ad applica- zioni pratiche inerenti a qualsiasi ramo di attività industriale. I concorrenti dovranno inoltrare domanda alla « Gazzetta per i Lavoratori » entro il 15 ottobre. Tre concorsi per la prevenzione infor- tuni, con premi per un milione e 200 mila lire; il primo per i migliori bozzetti di cartelli figurati, il secondo per lo svolgi- mento di un tema a carattere antinfortuni- stico e il terzo concorso per segnalazioni tecniche antinfortunistiche. Termine per la partecipazione 31 ottobre. Sono inoltre indetti concorsi letterari, con premi per un milione e 40 mila lire (concorso mensile per un lavoro a tema libero, semestrale per racconti a tema li- bero, annuale per un'opera narrativa) e concorsi artistici con premi per un mi- lione e 200 mila lire per dipinti, disegni in bianco e nero e sculture. Infine vengono poste in palio tre Borse di studio per giovani laureati da 700 mila lire ciascuna, cinque Borse per giovani uni- versitari da un milone di lire ciascuna e cinque Borse per giovani periti tecnici in- dustriali da 250 mila lire ciascuna. Confidiamo che questi concorsi interes- sino numerosi dipendenti Fiat. I bandi re- lativi sono esposti presso tutte le sedi del Centro Culturale Fiat. La Fiat Aviazione nel campo spaziale Dal 7 al 10 maggio si è tenuto a Ve- nezia il II Congresso internazionale di ingegneria spaziale in cui sono state presentate cinquanta memorie di di- versi paesi (U.S.A., URSS, Francia, Gran Bretagna, ecc.) di alto contenuto tec- nico per l'ingegneria spaziale. Anche la Fiat Aviazione, che è stata una delle prime ad impegnarsi nel campo spa- ziale europeo (ELDO ed ESRO), è stata presente con tre relazioni che hanno riassunto l'attività sperimentale di que- sti ultimi sei anni e che è stata conva- lidata dal successo dei lanci avvenuti alla base Australiana di Woomera. Le relazioni, degli ingegneri Caprio- lo e Sacchi e del perito industriale Pa- dovano, hanno consentito di testimo- niare come in seno alla Fiat Aviazione siano attentamente studiati con le tec- niche più appropriate tutti gli sviluppi del settore attraverso personale di ele- vato livello tecnico e di grande entu- siasmo. Fiat 850: Un durissimo test della rivista "Sobre ruedas" La rivista « Sobre ruedas », la più im- portante pubblicazione in campo automo- bilistico stampata In Perù, ha recente- mente effettuato un durissimo test di pro- va con una berlina Fiat 850. I risultati del test sono stati pubblicati sul numero 20 della rivista con grande abbondanza di materiale illustrativo e con gli unanimi consensi dei giornalisti e dei tecnici par- tecipanti alla prova. Il test svoltosi in con- dizioni stradali e atmosferiche volutamen- te avverse ha portato la 850, lungo strade ridotte a sentieri, fino ai 4818 metri di alti- tudine del Passo Tilco; quindi attraverso il traffico cittadino per finire con le prove di accelerazione, di frenata e di velocità massima. Le durissime prove hanno co- stituito una conferma alle qualità di robu- stezza, confort di marcia ed economia che caratterizzano la Fiat 850 e ne hanno assicurato il successo in ogni parte del mondo. Test de la revista «Sobre ruedas» La revista « Sobre ruedas », la más im- portante revista automovilística del Perú, ha llevado a cabo recientemente un du- rísimo test con un sedán Fiat 850. Los re- sultados publicados en el número 20 con abundante material fotográfico, obtuvieron la aprobación unánime de los periodistas y técnicos que tomaron parte en la prueba. El test se desarrolló en condi- ciones atmosféricas y ruteras expresa- mente adversas, por carreteras reducidas a senderos, hasta los 4818 metros de al- tura de Paso Tilco; y luego, a través del tránsito ciudadano, hasta acabar con las pruebas de acceleración, frenado y velo- cidad máxima. Las durísimas pruebas constituyeron una confirmación más de las cualidades de robustez, confort de marcha y economía que caracterizan al Fiat 850 y aseguraron hasta ahora el pleno éxito en todas las partes del mundo. silenzio mose, fino a darci un quadro esatto della vita che si svolgeva a quei tem- pi. Grazie agli scavi, sappiamo che Sardi e la Lidia erano celebri per la mollezza dei loro costumi, la raffina- tezza dell'esistenza, l'eleganza del- l'abbigliamento. La lira a venti corde, poi usata da Saffo per accompagna- re i suoi tristi canti d'amore, è una invenzione lidia. Un poco più a sud, ci sono le ro- vine di Efeso, forse la città più po- tente, ricca e temuta della costa egea. Quando Alessandro vi giunse, le ac- cordò molti favori, e si offerse di costruire interamente a sue spese l'Artemision, il tempio alla dea ma- dre che Erostrato aveva incendiato per tramandare il suo nome. Gli efesi declinarono l'offerta perché Alessandro pretendeva che il suo no- me fosse scritto sul frontone del tempio. Dell'Artemision, oggi, non ri- mane proprio nulla nemmeno un ru- dero; Giustiniano prima, i turchi poi, si servirono dei marmi del gran tem- pio, per costruire chiese cristiane e moschee musulmane. Ma ci sono i resti della città, davvero imponenti, rimessi alla luce da archeologhi au- striaci, e sono sufficienti quei ruderi maestosi per avere un'idea di quan- to fosse ricca e potente Efeso. Ancora un poco più a sud, ci sono i resti di Priene, la più deliziosa delle città antiche che sia sorta sulle spon- de egee. Anche qui il tempo, gli uo- mini, i terremoti hanno provocato danni irreparabili, ma è rimasto tan- to di intatto che si ha la sensazione di camminare lungo le vie di una cit- tà ancora abitata. Il teatro, soprat- tutto, con le sue gradinate in gran parte ancora originali, e le cinque poltrone in pietra che si affacciano al piano dell'orchestra, dà la sensa- zione che la recita sia stata appena conclusa, e che sia la nostra presen- za fisica, ancora così greve di ter- restrità, a turbare la silenziosa ar- monia del luogo. Tutte queste città, quando giunse Alessandro il Grande, erano ancora prosperi centri commerciali, e l'Ar- temision di Efeso era considerato non solo il più solenne santuario pa- gano dell'Asia Minore, ma anche la più pingue, potente banca del Medio Oriente. Riceveva denaro in depo- sito e lo prestava ad interessi ai re di Pergamo e di Lidia che, per quan- to ricchi, non avevano mai soldi a sufficienza per finanziare le molte guerre di conquista che conducevano contro l'una o l'altra città per ga- rantirsi le strade lungo le quali scor- reva il redditizio commercio fra Oriente ed Occidente, e viceversa. Queste città erano gli avamposti sul mare dove confluivano le caro- vaniere che venivano da Babilonia, da Ninive e dalle altre città della Mesopotamia che avevano contatti commerciali con la Persia e con l'In- dia, e fiorirono appunto per la sa- gacia levantina con cui seppero sfrut- tare le loro posizioni per imporre pe- daggi alle carovaniere, sfruttare i commerci. Oggi, di tanta grandezza non è rimasto che il pallido ricordo rappresentato dai ruderi marmorei di templi e palazzi, e sulle città già fiorenti è sceso il silenzio che avvol- ge le cose morte. Un silenzio che nemmeno le frotte di turisti, sem- pre più folte, riescoritra turbare. Francesco Rosso duecento mila volumi, e ventimila erano stati rubati da Antonio e Cleo- patra, non rimane che il pavimento fra le cui pietre sconnesse vigoreg- giano due pini. Nulla è rimasto del grande tempio a Zeus, in cui c'era il più celebre altare dell'antichità, ornato di rilievi scolpiti da Prassi- tele. Sardi, la capitale della Lidia, più celebre per Creso che per la sua po- tenza economica, è ridotta ad un cataclisma di rovine fra cui pasco- lano pecore e capre. Due sole colon- ne, raddrizzate dagli archeologhi americani, ricordano il fastoso tem- pio di Cibele; il Pattolo, da cui i lidi estraevano l'oro, è diventato un fiu- miciattolo fangoso. A poco a poco, l'archeologia riporta alla luce gli avanzi di queste città un tempo fa- Efeso, l'AgorÃ