3000 DELLA FIAT IN SAN PIETRO La Messa del Santo Padre per il " pellegrinaggio Fiat " nella festività di San Giuseppe patrono dei lavoratori. Il fer- vido saluto di Paolo VI al lavoro della Fiat. " Noi pensiamo che il mondo del lavoro abbia bisogno ed abbia diritto d'essere rigenerato dallo spirito cristiano". Grande onore per la Fiat, per tutto il lavoro Fiat, la allocuzione di Sua Santità Paolo VI dall'altare della Con- fessione in San Pietro celebrando la Messa — la mattina della festività di Sàn Giuseppe (19 marzo) — dinanzi a 3000 e più dipendenti convenuti a Roma per rendere omaggio al Papa, ad iniziativa del « Gruppo pellegrinag- gi Fiat ». " FRATELLI, SIGNORI, AMICI E FEDELI E FIGLI TUTTI CARISSIMI!" « Noi siamo lieti — così ci ha detto paternamente il Papa — che la vostra venuta a Roma, il vostro pellegrinag- gio verso il Vicario di Cristo, coincida con la celebrazione di questa festa, la quale mette in luce, proprio come se San Giuseppe risplendesse sopra que- sta sacra assemblea, voi stessi! Come ci è caro riconoscervi, a questa luce, quello che siete! Non è parola profana la Nostra quella che ora sente il biso- gno di chiamarvi per nome: Gente della Fiat; dirigenti e dipendenti di questo famoso complesso industriale, il primo d'Italia per numero di compo- nenti, per grandiosità di sviluppo, per modernità d'impianti, per celebrità di nome, ed anche per rappresentatività di fenomeni economici e sociali, di cui tutti lo sanno fecondo. « Ci sentiamo in obbligo di salutar- vi; e vogliamo dirvi la Nostra com- piacenza, la Nostra riconoscenza per cotesta visita, che tanto ci onora, che tanto ci consola, e che tanto ci fa pen- sare e sperare. Vogliamo esprimere il Nostro rispettoso saluto a chi vi di- rige, a chi ha l'intelligenza, la costan- za. il merito nel promuovere e nell'or- ganizzare un così vasto e così utile campo di lavoro; vogliamo dar lode al vostro Gruppo pellegrinaggi, che ha avuto l'idea di cotesta iniziativa; e vo- gliamo, in modo speciale, assicurare della Nostra stima e della Nostra be- nevolenza tutta l'immensa schiera dei lavoratori della Fiat: l'eccellente grup- po dei tecnici, le ottime ed esperte maestranze, i bravi e numerosissimi operai; gli anziani per la loro bravura e la loro fedeltà all'Azienda e al do- vere; i giovani, per l'energia e per la fiducia che portano nella loro fatica; gli apprendisti, per le speranze ch'essi hanno nel cuore e ch'essi rappresen- tano per l'impresa; le famiglie di tutti questi lavoratori, alle quali va il No- stro affettuoso ricordo ed il Nostro augurio; e tutti quanti qui siete e qui rappresentate; a quanti rettamente tutelano i vostri interessi e giustamen- te interpretano le vostre aspirazioni; alle associazioni e alle istituzioni che vi offrono assistenza morale e spiritua- le; a tutta la Fiat, quale da questo punto prospettico idealmente ci ap- pare, nella sua grande capacità pro- duttiva e nella sua tendenziale comu- nità di lavoro nella concordia, nella libertà, nella giustizia e nella prospe- rità. La visione, che voi sollevate da- vanti al Nostro spirito, ci darebbe te- ma per discorrere a lungo di voi e delle vostre questioni; ma, come cer- to voi comprendete, non è questa la sede, non questo il momento. Vi basti sapere che guardiamo a voi, al gran- de fenomeno industriale, economico, sociale, morale e religioso, che in voi prende dimensioni tanto grandi e si- gnificative. con immenso interesse, con paterna simpatia, con particolare stima, e con vigilante preghiera: voi meritate che il Papa vi conosca, vi osservi, vi accompagni appunto con i suoi voti e con le sue orazioni ». Inoltre, evocando San Giuseppe, il Pontefice ci ha detto: « Noi pensiamo che il mondo del la- voro abbia bisogno ed abbia diritto d'essere penetrato, d'essere rigenerato dallo spirito cristiano. Questo è un punto fondamentale. Un giudizio spas- sionato e sincero sul processo evolu- tivo del mondo moderno lo dice e lo conferma: o il mondo sarà pervaso dallo spirito di Cristo, o sarà tormen- tato dal suo stesso progresso fino alle peggiori conseguenze, di conflitti, di follie, di tirannie, di rovine. Cristo è più che mai, oggi, necessario; primo punto. Secondo punto: chi riporterà, o meglio porterà (tanto è profonda la diversità del mondo del lavoro di oggi da quello di ieri), chi porterà Cristo nel mondo del lavoro? Ecco: Noi siamo convinti, come lo erano i nostri vene- rati predecessori, che nessuno meglio dei lavoratori stessi può compiere questa grande e salutare missione. Gli aiuti esterni, le condizioni d'ambiente, l'assistenza di maestri, eccetera, sono certamente fattori utili, necessari, an- che, sotto certi aspetti; ma il coeffi- ciente indispensabile e decisivo per rendere cristiano, e cioè per salvare il mondo del lavoro, dev'essere il lavora- tore stesso. Bisogna rigenerare questo mondo, ancora tanto inquieto, tanto sofferente, tanto bisognoso e tanto de- gno, dal di dentro, dalle risorse di energie, di idee, di persone, di cui an- cora. è ricco. Cristo oggi ha bisogno, come già nella sua infanzia evange- lica, d'essere portato, protetto, ali- mentato, promosso in seno alle cate- gorie lavoratrici da quelli stessi che le compongono; o, per meglio dire, da coloro che in seno alle classi lavora- trici sentono la vocazione e assumono la missione di animare cristianamente le schiere dei colleghi di fatica e di speranza ». Ed infine: « Quello che preme ora a Noi di far- vi notare, per bene celebrare la festa odierna e per fissare un ricordo vivo ed operante nei vostri spiriti, si è la stima che la Chiesa professa nella vo- stra capacità di difesa e di diffusione dell'ideale cristiano; si è la scoperta del disegno provvidenziale che riposa sopra di voi, e che ammiriamo pro- digiosamente compiuto nell'umiltà e nella fedeltà di San Giuseppe: potere cioè e dovere voi stessi essere i tutori, essere i testimoni, essere gli apostoli di Cristo nella vita sociale e nel mon- do del lavoro dei nostri giorni ». Questa l'alta spirituale parola di Paolo VI. Dalla grandiosa solennità della Basilica Vaticana questo incita- mento cristiano si è diffuso per tutta Italia, attraverso i giornali e la televi- sione. I dignitari ed i cerimonieri del- la corte papale e della Basilica hanno dato all'accoglienza in San Pietro un ordine impeccabile. Con i dirigenti gli impiegati gli operai gli Anziani e gli Allievi della folta rappresentanza Fiat erano il Vescovo coadiutore Mons. Ti- nivella e il Vescovo ausiliare di To- rino Mons. Bottino. All'indirizzo del Cardinale Fossati, S. S. Paolo VI ha rivolto un saluto « di grande cordia- lità e reverenza ».