LIBRO CXXXVin. 7r fiero- le città di Argentina, di Coftanza, o di Magonza : che l’Imperadore^farebbe. parte di.quello progetto ai Papa e ai Greci in un mefe, e che in un altro mefe.effi fàrehbono tenuti di accettare una di queftecittà > che il Papa- confermerebbe. i decreti del Conciliò, e che il Concilio leverebbe la folpenfione portam contra-, il. Papa-.. Ma quello progetto non-aggradì nè al Concilio,, nè al Papa. Il dì afìègnafoper la feconda q 4. (effipne-delConcilio di Ferrara elfendo giunto, indir, quella fu tenuta ri dì otto Ottobre, e vi fi-accordo-di trattar prima' della proceffio-ne deilo Spirito S.efe il dogma della Chiefa Latina-intorno aciòlia ortòdoffo, e oLiVi f'econragìone.abbiafi aggiunto al'Sfnodo la parola Fiiioque per moftrare,- ch'egli Ferrara.^, procede dal-Padre, come dal Figliuolo .- Si nominarono fei Greci', e fei'Latim dei più dotti dell’ affemblea per proporre da una parte e dall’ altra' ciò, eh’ aveafi a dire fopra quella'queftione . Si principiò e finì la feffione con un lungo dimorfo in Greco pronunziato da Beffinone,, nel quale moftrò i gran vantaggi dell’unione, e lo--dò 1’Imperadore e il Patriarca del zelo, che mòftràvano per pròccuràrla. Nella terza o quinta feffione tenuta il dì x 1. di Ottobre Andrea di Coloffo eletto dai Latini per parlare, recitò in Latino un-difeorfo fopra il medefimoSoggetto trattato già da-Beffarione 'e parlò sì. lungo tempo,- che fu d’uopo'rimettere ladeguenjte feffione.ai quattordici del medefimo mefe;, nel qual giorno in fatti fi tenne, e Marco di Efefo avendo fatto un difeorfo della caritàche deefi offervare nelle difpute, Andrea di Rodi gli rifpofe, ma non entrò nel fondo della'quiftione. La quinta o fetiima feffione.tenuta il dì 15 ..Ottobrè-pafsò tutta'indifpute tra i Greci e i Latini. Nella fella o ottava feffione tenuta il dì 1è.-Ottobre fipafsò il tempo a leggere le definizioni, dei Conci!; di. Nicea,, di Efefo,- e di Calcedonia ,.del 5.-6. e ytCon-cilj generali,1 quali proibirono di aggiugner cos’alcuna al Simbolo .- ILatini produfTero un manoferitto, il quale pretendevano chefoffe dely.fecolo, in cui vedeva!! l’addizione Fìlioque ma i Greci nonvolfèro avere alcun riguardo a queL manoferitto'.. Nella fettima o nona feffione tenuta il dì 20. Ottobre Andrea di Rodi fece un lxiv. lungo difeorfo per moftrare, che la parola Fìlioque non era nè addizione, nè altera- Dieci le(Tìo-zione,ma una femplice.fpiegazione di una verità certa, e conofciuta. Egli continuò FeVV" il difeorfo nella feguente feffione del dì 24. Ottobre, e rifpofe alle autorità prodotte' An. 1438. dà Marco di Efefo, inoltrando, che i Concilj pofteriori hanno aggiunto1' per for--ma di fpiegazione molte cofe ai Concilj precedenti : e che quando hanno vietato di niente aggiugnervi, bifognaintendere di niente in contrario, o - che faccia una 'differente.credenza. Portò poi molti paffi di SS.-Padrii quali tengono , , che lo Spirito S. proceda dal Figliuolougualmenteche dal-Padre. Beffarione rifpofe alle ragioni di Andrea di Candia nellàmona feffione tenuta ih primo di Novèmbre, e pretefe provare, che non era mai permeffio di aggiugnere al Simbolo . • Egli parlò ’ fopra la medefima materia nella decima feffione ' tenuta il dì 4. Novembre . Giovanni Vefcoyo di Forlì rifpofe a Beffarione' nella XLfeffione tenuta ifdì 8. Novembre ,, e vi foli enne,. che non fu mai proibito di aggiugngre al Simbolo per 'forma di fpiegazione... Il Cardinal Giuliano termi nò quefta difputa* nella XII. feffio-ne tenuta il dì. n. Novembre, e vi moftrò , che i Greci prendevano'malamente il fenfo dei Concil j,, che proibirono far addizioni al Simbolo diNicea : efie-quefta proibizione nomaveva in mira'che il falfo Simbolo dei'Neftoriani condannato nel _ Concilio di Efefo,, non già la fpofizione ortodoffa dei Cattolici fatta e prefentata - E 4 ab