li STORIA UNIVERSALE al' Concilio dal Prete Carrfìo. Fece poi vedere, ch’era un perdere il tempo il trattenerci più a lungo in quella quiftìone, eh’ era abbaftanza dilucidata ; che bifogna-va venire al punto decifivo, ch’era il dogma dei Latini intorno la procelfione dello Spirito Santo;.che Ce quefto dogma è falCo, non fi dee inCerirlo nè nel Simbolo,nè in altro luogo. Nella XIII. fettone del dì 15. Novembre Marco di EfeCo, e il Cardinal Giuliano parlarono lungamente della profelfione di Cede di Carifio , e di alcune addizioni fatte al Concilio di Nicea, delle quali non fi erano mai i Greci lamentati, come di quella, iìqual èdifeefo dai cieli, e di quella, Dio da Dìo y e dell altra, è difeefo all’ inferno, e di quelle parole, fecondo le Scritture, le quali non fi leggevano in certi antichi eCemplari. Nella XIV. fettone tenuta il dì 27. Novembre gli ambaCciadori dei Duca dì Borgogna effendo flati ricevuti nel Concilio , e non avendo Calutato l’Imperadore di CofFantinopoìi, quefto Principe protetto, che romperebbe il Concilio, Ce nella proffima Celfione non Ce gli rendette l’onore, che Ce gli dee. Nella Celfione XV. tenuta il dì 4. Dicèmbre Marco di ECeCo ricominciò a confutare ciò,, che aveva detto fino allora il Cardinal Giuliano . Quelli gli replicò , e occupò tutta la Celfione . La XVI. Celfione fi confumò fimilmente in diCpute , i Latini chiedendo Cempre, che fi eCaminalfie il fondo della quiftione,. cioè Ce lo Spirito Santo procede dal Figliuolo, e i Greci volendo, che fi cominciatte dal levare il Filioque - lxv. Il Papa annodandoli della fpefa, che gli cagionava il Concilio a Ferrara, pro-Trasjazione pOfe ap Greci di trasferire il Concilio di Ferrara a Fiorenza. I Greci vi acconfen-Rrra^Tadl tirono , avendo il Papa promeffo di continuare a CpeCarli a Fiorenza,, fi Caccia, o Eiorenza. nohfi faccia 1’ unione . I Fiorentini avevano proraeflb di predare al Papa una fom- ma confiderabile, purché il Concilio fi teneffe a Fiorenza. Il decreto della traslazione fu pubblicata nell’ultima Celfione del Concilio di Ferrara, da dove partì il Papa il dì ió. Genna-jo. lxvi. La prima Celfione del Concilio a Fiorenza non fi tenne che il dì 26. Febbrajo , e 1. li. e 111. fi confumò, come le precedenti, in diCpute. I Greci dimandarono, chelìtenef-Conc°. a pio- ^ero afknrblee particolari per difputare Copra i punti controverti, ma il Papa non i«nza. vi aderì, e intimò la feconda Celfione per il dì 2. di Marzo . Vi fi difputò della A», 1435. procelfione dello Spirito Santo, e Giovanni Provinciale dei Domenicani Teologo dei Latini ftabilì il dogma della Ch'iefa intorno a quell’articolo . Marco di EfeCo gli rifpofe; e fi terminò la Celfione . Nella Ceguente tenuta il dì 5. Marzo, Giovanni Teologo dei Latini provò, sì chiaramente per via di Scritture, di tradizione, di Padri Greci, e di buone ragioni teologiche, che-lo Spirito Santo-procede dal Padre e dal Figliuolo come da-un Colo principio, che riduffe fpeffo al Silenzio Marco di EfeCo-. ixvil. _ Le felfioni 4. 5. 6. 7. furono impiegate-a di'fputare-fopralamedefima mate-Sefìfonialtre r7a ’ 11 Teologo Giovanni produffe un tetto di S. Bafilio 1. 3. contraEunomio , A11.T439. nel quale dice efprelCamente, che lo Spirito Santo procede-anche dal Figliuolo ; e Tom xiJL furono convinti i Greci di mala fede per aver maliziofamente levato dagli efem-Concil- plari, eh’ elfi citavanola parolafigliuolo. L ’ Imperador Greco veggendo l’imbarazzo di Marco di EfeCo ditte, eh’ eranvi in Greco altri eCemplari-, ne’quali non fi trovava la parola/^/Wo. Nella quinta Celfione fi parlò ancora delpaffo di S. Bafilio, e nella fetta l’Imperadore ditte, che la cofa era ancor dubbiofa, e che bifo-gnava.rimetterne ladifcuflìone ad.altro tempo. Finalmente nella fettima tenuta il db