yo Ragionamento di Sperone Speroni fteifo a pericolo della vita per vendicarli; onde chi combatte -defidera ì’ altrui morte, e fprezza la propria vita : il che è grande ingiuftizia. Senza il pari non ha imperio al pari ; onde non può far’ a se fteifo giuftizia; maMi ciò fi dirà parlandone civilmente. Dirà alcuno, che fi efercita la . VÌ'^ù della Fortezza nel Duello ; e non è vero. Anzi più s’ efercita nel \ tollerar le ingiurie; e la Fortezza, che nel Duello s’efercita, è Furore, e rabbia, e non Virtù, che la Virtù non dipende dalla Fortuna. Refta a provar, che il Duello è contra la Vita civile; è ciò facil- mente fi proverà per più ragioni. Perciocché non è degno, che dell’ ingiurie fatte ad alcuno lo ingiuriato fia giudice, o 1’ ingiuriante ; ma le leggi, o il Principe, o il Magiftrato, o il Configlio adunato di perfone non fofpette per amore, o per odio, nè che dipendano da’ litiganti. Ecco dunque in quanti modi offenda la Vita civile della Repubblica, e l’autorità del Signore, chi va in perfona al Duello. Se ci ha legge, che vendichi le ingiurie fatte da alcuni, a che fare combattere ? perchè non ricorrere a effe leggi ? Se forfè il ricorrere alle leggi non è argomento di dappocaggine, & il farfi da se ragione in (leccato non è argomento di ge-nerofità, e grandezza d’animo. Ma ciò può eifere , ove non ci ha leggi, che tali ingiurie caftighino. Or che Repubblica è quella, o che Signoria? 10. Offende dunque se fteifo , il proflìmo , la giuftizia , la civiltà, la Patria , ed il Principe , chi va a combattere ; perchè pare che non truovi altrimente ragione , che in (leccato . Ed è anco vero , eh’ il privato non è padrone di se fteflo ; ma la Patria il fignoreggia, o il Principe , o la legge, o Dio. E come non può uccider se fteifo, non può nè anco uccidere altrui, e non por se fteifo a pericolo della vita fenza licenza della legge , ó della fua Patria, che n’ è padrona. E quefto confeifano i duellanti, quando dicono, che mentre fi ferve al Padrone in una guerra , non è lecito Inficiarlo per vendicar le fue proprie ingiurie ; quafi in un cafo folo fi fia obbligato al Padrone, al Signore , o alla Patria , o a Dio , e non Tempre mai, e quafi non Tempre fi fia tenuto a ubbidir alla Patria, e quella alle Tue leggi confervare. Di qui è , che i Veneziani proi-bifeono il Duello a i fuoi fudditi. 11. Dirà alcuno forfè: E’,proibito il Duello tra Cittadini, ma tra*non proifimi non è vietato, com’è tra un Franzefe , o Italiano, e fimili.Ri-fpondo : Siano di qual Provincia fi voglia , se Tono folto- ad un Principe non poifono entrar’in fteccato per vendicarfi; ma al Principe deono ricorrere, il quale se non ha ordine, o legge, che provveda all’ingiurie, che in fteccato fi decidono, è mal Principe, e dovrebbe egli a ciò provvedere . Ma se fono disgiunti di nazione , e di Signoria ; e la Patria , ed. il Principe dello Stato non la vendica, egli vendicandofi in Duello , non fa non civilmente, ma è imprudente a ciò fare. Però o dee tollerar l’in°iu-ria, se gli è fatta a ragione , o se a torto gli è fatta , vendicarfene^ in buon modo, se perdonar non la vuole. Ed a quefto propofito vedi Seno-fonte, ove induce Cambife a parlar a Ciro , qual’eifer debba a fuoi ini-