Del Pigna. ¿t prafatta , ma alquanto ©ppreffa : fegno che dalla mala difpofizione dell’animo fi caderà nel vizio. Languifce il vigore del corpo, come quefto della mente ; e ne fegue parimente f indizio della caduta dalla mala difpofizio-ne della perfona in qualche infermità. 12 2. Ma ficcome una laifitudine può effere in due modi guanto al corpo^ cioè o per cagione citeriore, ficchè fia provocata evidentemente, come dopo un troppo efercizio : e quefta non prenunzia male alcuno ; o per cagione interiore , nafcendo fpontaneamente , come nell’alterazione, ed infettazione degli umori, che non cifeRdo curati leveranno in tutto la fanità. <3051 può avvenire, che una laffitudine quanto .all’intelletto ila o per fatica foverchia del difcor’fo conofciuta chiaramente , la quale non et pronoftica alcuna lefione; o per agitazioni, ed affetti rei -, che fiano nell* animo, e da se ci .affliggano il penfiero; e-non vi fi provedendo abbiano da fpogliarci affatto -della virtù. 123. Nel corpo peccano gli umori <0 in quantità, irrigando le membra di ftupidezza, o in qualità maligna d’uno d’eflì, producendo acrimonia di carne. Nell’animo gli affetti peccano Umilmente o in quantità, © in qualità. 124. Circa il primo errore è da confiderare, che poffono ritrovarli congiunte infieme diverfe trifte difpoiìzioni, che fi pieghino a compiacer più tofto 1’ appetito che la Ragione , donde nafea ùmilmente una con-fufione , che renda la mente irrifoluta , ed a gli affalti del fenfo attonita, filmile alla ftupidezza delle membra nel principio dell1-infermità peccanti per più umori, per modo -che quefto fenfo ci trafporti in tutto ciò, che aggradila alla volontà corrotta. 125. Varj furono gl’impeti di Temiftocle ne i primi àngrefli delle fue operazioni, che f agitarono fenza pero atterrarlo; perciocché foleva paragonarli a quei cavalli puledri, che riefeono o ottimi, o peffimi, e glo-riarfi d’efferfi -rivolto alla diritta ftrada, ed aver fatto eccellente riufeita. Varie medefimamente furono le procelle, dalle quali Alcibiade fentì travagliarci ; ma perchè nel fervette degli anni Cuoi non volle avvederfi degl5 inconvenienti, in che avrebbe potuto precipitare, ed udiva Socrate con. gli orecchi, ma non col cuore, fenza correggere fanimo pieghevole, e grande , ma diffoluto : Jafctò profondarli nel golfo della libidine, e dell’ ambizione. i2tf. -Circa T altro errore, che non deriva da moltipìicità d’affetti, ma da natura malvagia d’unfolo, fapremo parimente, che come l’acredine della carne precede al male cagionato da un umore, che ecceda tra gli altri, cosi in quefto cafo una gagliardiflìma perturbazione ci accende gli /piriti, nel bollor de i quali bifogna confervare tanta tranquillità d’intelletto, che fi prevenga il pericolo dell’effetto, come fè Cefare préfo, e diftenuto dall’ amore di Cleopatra, ma non. sì fieramente , che venuta l’occafione non se ne fapeft’e difvellere. Tutto all’oppofito implicato Antonio nell’amore della donna «tedefima, non fi volendo accorgere, che <'abbandonarci in M 2 lei