Del Pigna. 77 30. Per ignoranza offendiamo contro alla mente noftra, quando ignoriamo alcuna delle fopranominate circoftanze , toltane però la prima ; non effendo verifimile, che chi opera non conofca fe ftefiò , perchè i pazzi foli fono privi di quefto conofcimento . 31. La violenza è ogni volta eh’ io non faccia cofa alcuna , ma altri faccia farmela, e che io non vi confenta; perchè con tutto che quel ta--le foife più robufto di me, nondimeno non refiftendo io infino alf ultimo sforzo, non potrei dirmi sforzato. E perciò ancora che io conofceifi che foife male il fare una cofa malvagia, e che in ciò non militaffe l’ignoranza , non però potrei operare a modo mio , quando il mio volere foife impedito da altri , ricercandofi alla perfezione d’alcuna opera e la cognizione, e la volontà, 1’ una e l’altra delle quali fiano libere . 32. Ma perchè bifogna che noi non cediamo in modo alcuno a chi ci violenta, quella violenza non potrà eftenderfi a paròle, ed a fatti egualmente , come può f ignoranza ; perciocché fi può offendere altri con dirgli ingiuria, e con batterlo fen-za che fia conofciuto , e così ambedue quelle offe-fe faranno per ignoranza. Ma fapendo io chi tu fia, ed urtandoti sforza-tamente, per non avermi giovato il fare ogni poffibile per non urtarti , apparirà che non di volontà mia io t’ abbia urtato . Ma fe altri vogli , che io dica cofa alcuna in tuo pregiudizio-, e mi tormenti , perch’ 10 la dica : dicendola verrò ad aver confentito a quella forza , perchè non limandola , e lafciandomi più torto uccidere , pollò fchifare di Parlar’ a danno tuo . 33. E’ però tale la condizione umana, che alle volte s’ elegger! prima la morte, che il fofferir pene, che foperchino la refiftenza noftra, ogni volta che il noftro morire non ci tolga- se non la vita. Che quando per non filare in agonia confertaifimo quello , che ci faceife cadere in cofa dif-dicevole, allora noi erreremmo ; e peggio ancora , quando per falvare la vita cadeffimo in quefto errore r 34. Ma è da vedere quali, e quanto fiano continui i fupplizj, che ci vengono dati, e che bruttezza farebbe quella, in che noi cadeffimo,. quando il troppo dolore da noi fentito ci conftringeife a confentire all’ altrui forza. 35. Tre fono le bruttezze dell’animo. L’una di cofa, che fia contro a noi fteffi, come per conto del decoro se uno di gravita fi compiaceife in una pubblica fciocchezza , che aveife autorità fopra di lui, tal che gli conveniife effiere derifo dalla plebe per non patire un male peggiore. 36'. L’altre due fono contro alle Leggi; ma f una è quanto alla confi-derazione ordinaria delle civili , come nel commettere fimplice omicidio, o ratto, o furto. L’altra,, che viene a riufeire la terza, è qtìanto alla preminenza delle naturali, e delle divine ancora, come nell’uccidere i genitori, e nel cadere in infedeltà; e quanto- a un mirto delie quali naturali, e divine, è nell’ incorrere in crimine di lefa Maeftà, e nel mancar« di fede alf amico , o tradire il proffimo.. 37. Quando altri voglia sforzarci a trafgredire in cofa concernente 1« fopra- *