ciocche i malvagi, gli ftroppiati, e gli abietti fono tanto diiTtntiìi da loro contrarj, che non vi è proporzione, che in parte alcuna gli appareggt. 18. Ma nondimeno perchè non vi fono mai perfette ugualità, tanto più che s’è malagevole il coftituirla tra alcuni pochi , molto più raro fara il vederla in popolo numerofo , che viva nel circuito delle mura ifteffe, e fotto un’ifteffo reggimento: non fi può ricufare per difuguali, fe non quei che fono inferiori a noi ben’ eifenzialmente . ip. Tra quelle genti fono amicizie di natura, come di padre, madre, e figliuoli ; e di quei compagni che fi fono allevati infieme quafi dalle fafce; & amicizie di propria elezione , le quali o fono tra uguali da fe , ogni volta che convengono in uno flato medefimo di vita, e tali foglio-no effere i perfetti amici ; o tra uguali proporzionatamente , cioè ©ve la differenza da’Signori a’fudditi, e da’padroni a’fervidori è uguagliata dalla benignità di quei, e dalla riverenza di quelli , donde fi faccia un mi-ilo, che congiunga i fuperiori-, e -gl’ inferiori al meglio che fi polla. 20. Oltre a quelli gradi d’amicizia ve ne fono altri affai di quella, che è così detta .impropriamente ; ed è più rollo certa o più flretta , o più larga converfazione tra i medefimi cittadini, ed altri conofcenti ; e certa maggiore , e min-ore affabilità verfo quelli tali, che una vera amicizia. 21. Nel vivere infieme che facciamo, per quanto Tevere fiano le leggi, ed .accurate le offervanze loro, e vigilanti, e providi quei, che reggono; non può fchifarfi, che, come dicevamo, non nafca.no difcordie , per le-quali vanno a traverfo le parità. Ciò maifimamente fuccede, quando 1’ uno vuol foprailare all’ altro, infultandolo o con vantaggio, e quella è chiamata femplicemente ingiuria; o ad ugual partito, e quell’ altra fi nomina carico : perciocché appaia ch’io ni’ abbia lafciato foprailare, onde f offenfore impone carico addoffo all’ offefo, quando per virtù propria gli fella di fopra nella contefa . 22. Ingiuria è quella, che fi dice, o fi fa, volontariamente, centra ragione , a chi non la vuole. Perciocché chi non volendo offende altri, propriamente non f ingiuria , e come è trito , chi coniente alle offefe non fe ne può dolere . Nel qual cafo uno 5 che fopporta adulterj , non fi tiene ingiuriato, febben’ ingiuriate in ciò fono le leggi. Ma per f ordinario -ogni offefa è chiamata ingiuria da ogni effefo , ancorché chi offende pofi-fa tenere d’ aver’ offefo ragionevolmente . 23. Carico non è femplicemente quello , che fi riceve a uguale partito, perchè ambi gli avverfarj abbiano arme uguali , e nel fello , come nelle circollanze del luogo, del tempo, e degli affilienti, non'abbianotra fe difug uaglianza alcuna ; ma quando ancora vi fia odio , o difdegno fondato. 11 che ha rifpetto alla perfona , che io affalto , la quale abbia da guardarfi da me, e quando il mio fine fia noto, sì ch’io non colga il nemico alla fprovilla. E quelle due condizioni della perfona , e del fine , «he dicemmo effere 4e principali, formano principalmente la quiftiòne . 24. Gli altri accidenti fono poi più ellrinfechi, e-ricevono perciò minore K diffi-