s8 Bella Forza dèli’ Intendimento Umano Trattato lenza dubbio della Sapienza di Dio fabbricatore dell’Uomo, e con troppft.• Ingratitudine dileggiano coiìoro i doni da lui fatti alla noftra Natura , allorché ci van dicendo , non poter noi con Certezza perfetta apprendere gli oggetti citeriori. E perche ci ha dato il benigniffimo Iddio i Senfi , con tanta maeftria da lui formati, fe non appunto per farci conofcere , e chiaramente fcorgere quegli oggetti ? gli Occhi nottri fono ancffi-eflì Camerette Ottiche , fono veicoli, per gli quali paffa al Cerebro P Immagine certa degli oggetti mirati nelle debite proporzioni. Per tal via noi vegniamo adeguatamente a conofcere P eftflenza di quei Tutto , e poche ò molte delle fue Proprietà, e la Convenienza e Difconvenienza d’efso, cioè la fimiglian-za fila , o diffimiglianza da altri Corpi » Così i nervi , che fervono al Sen-forio dell’ Udito , dell’ Odorato , Gufto , e Tatto , portano alla Fantafia P Idea o Immagine de1-Suoni, Odori, Sapori, Solidità &c. e ve T imprimono in maniera , che 1’ Anima , o fia la Mente , confiderando quell’ Immagine , intende qual ila Poggetto efteriore. , onde efsa è partita» Ardifcono pure i bizzarri cervelli degli Accademici di dubitare fe abbiano Occhi , fe in mirando qualche Individuo, apprendano qualche cofa, e fe apprendendola conofcano , quella efsere diverfa da un’ altra;- che noi diremo, operar olii , o parlare contro la loro cofcienza , e che fan torto al donatore Iddio» col non voler riconofcere la forza e ’1 pregio de’ fuoi doni . 3. Ma foggiugne il diffidente Scrittore , che quando anche fi ammettef-fe fomigliante affatto alP oggetto P Immagine, o Speci« fua ; tuttavia un infinita di fperìen'ze ci fa conofcere , che ’1 Mezzo , per cui patta quella Speaie , è molto variabile ed incollante . Il Colore , per efempio , che fi vede la fera negli oggetti , è differente da quello del Mezzo dì ; il mirato-al lume- del Sole , diverfo dal mirato al lume della candela . Accefa P Acqua di vita in una camera ben chiuda , oppure Zolfo in un vafo nuovo?, fa parer pallidi i vili delle perfone prefenti . Le caie pajono tremare , riguardate a traverfo del fumo , eh” efee dal Fuoco . I corpi dittanti ci pajono di un”colore, vicini di un’altro» Il Mare cangia anch’egli colore»! vaftiffimi corpi delle Stelle a noi- comparifcono piccioli punti» Il Remo nell acqua fembra rotto ec. Inezie fon quelle di Setto Empirico , e de’ fuoi ridicoli imitatori, èd indegne affatto di un Monfignore Huet. Primieramente è falfiffima quell”dì /periej che qui fi efagera , perche effe, fi riducono a poche . Evidente bensì è’1 contrario , cioè che infinite fon le fperisnze della fedeltà del Mezzo , per cui pattano al gabbinetto del Cerebro nottro le Immagini delle cofe fenfibiii . Non fi niega già , che quello Mezzo poffa talvolta effere infedele . La regola nondimeno ci afficura, eh etto è fedele , nè a quetta pregiudicano le poche eccezioni » E per conto ancora di quelle, convien’offervare, àverci Dio bensì provveduti del mira* bil ajuto de i Senfi, col foccorfo de’ quali poffa P Anima conofcere, e dt-fìinguere gli oggetti ellerni, ma ci ha anche forniti della Ragione , eioe della potenza per raziocinare , e dedurre da un principio vero confegueiue vere . Ora conveEgpnq- tutti i faggi Eilsfofi, che quella Ragione ha da al*