Poesia Lib. III. 37 tunque fia la Mufica una foaviffima cofa , ella però foggiace alla difav-ventura delle altre cofe dolci, nate per dilettare i fenfi , che pretto generano fazieta . Non ci è vivanda più fazievole del mele , e del latte . E che la Mufica r come tutte le cote , e tutte le vivande , annoi , e fazj, il dice facetamente nel Pluto Ari (tofane , che il traile da Omero. L’orecchio , alla foddisfazione di cui tende unicamente la Mufical dolcezza , fe n’empie tutto in breve ;.e pofcia a poco a poco gli comincia a divenire amaro quel dolce , perchè la troppa continuazione del medefimo fapore più non truova 1’ appetito, o il guito difpofto a riceverlo ; nè fi può andare empiendo ciò , che già fi è più d’ una volta riempiuto . Le vere Tragedie per lo contrario ben recitate fogliono tener ben’attenti gli afcol-tanti , nè poifono di leggieri partorir tedio , perchè il diletto loro è volto , ed indirizzato alla foddisfazione non dell’ orecchio , ma dell’ animo , il cui albergo è vaitiifimo ; e perchè oltre a ciò coll’ iniègnare , e col muovere ,i differenti affetti, contengono la Varietà madre del diletto. Vario è ( non può negarli ) anche il Canto degl’ Iftrioni ; ma quella varietà fi rifìringe a generare un fol piacere , e movimento in un folo fenfo dell’ uomo ; e perciò facilmente ne riafce la fazietà . Quindi è poi , che ben di rado , o non mai , può reggere alcuno ad afeoltar con attenzione un Dramma intero , maffimamente dopo averlo udito una volta , e molto più fe la Mufica , o i Mufici non fono eccellenti . Si va folamente raccogliendo 1’ attenzione , allorché dee cantari! qualche accreditata Arietta. Quindi è ancora, che fi fono introdotti ne’Teatri i giuochi pubblici, e un continuo ciarlar de’ vicini; cercando ciafcuno qualche maniera di di-fenderfi dall’ ozio, e dal tedio , che fi pruova in udire la rincreicevole , e fmoderàta lunghezza della Mufica . Ora che ricreazione , che diletto è mai quello de’ noftri famofi Drammi , fe in mezzo ad effi fa di meftiere ' all’ uditore di ricrearfi , e cercar altri diletti ? Sicché i Drammi , oltre al non effere molto utili,, fono ancor poco dilettevoli al popolo . • Io Crem. Ambizion. Car. Torta . Crem. Capitanato. Car. Lenti. Crem; Di té niun fu pien giammai > Ma fe alcun prenda tredici talenti, Sedici , molto più di prender brama. (È fe di qttefli venga a capo, vuoine Quaranta, o dice vita effergli morte. Plutoi Dir bene, a me voi mi parete, affai. Ma d' una cofa fola ? ho paura . . con quel che fegiie . Quella è una faceta parafrafi di que’ Verfi d’ Omero dell Iliade a* tredicefimo» riarmili [¿ir xòpos èri &c. Di tutte cofe al fin noia fi genera, ò Ancor del Sónno , e dell' Amore ancora , ' Del dolce CANTO , e del danzar, gentile t Delle r/uai cofe l’uom più toflo brama Trarf la* veglia. che di guerra . E purè Non fazàanfl i Troiani di battaglia.