AL CLERO: 2^9 ed il lor garrire ferve anzi per ferire gli orecchi, che per rifanare i cuori. Meno dunque filenzio in chi non parla mai ; meno parole in chi parla fem-pre.Epurciò non bafta. Bifogna vedere il linguaggio , in cui fi parla , e poi diffinire, fe debbon le labbra incepparli, e ferrarli la lingua, o pure-» aprirli quelle, e darli a quella la libertà. Due fono i linguaggi, che poffon parlarli tra noi ; linguaggio di Babilonia, e linguaggio di Paleftina. Gli Ebrei eran prigionieri in Babilonia, ed eran pregati da quegl’idolatri a cantar loro alcun’ Inno di quelli, che eran confueti a cantare in Paleftina-. « Hymnum cantate nobis de canticis Sion : Quomodo, ri-Ipondean gli Ebrei, cantabimus canticum Domini interra aliena ? Avean dunque in orrore il cantare in Babilonia i Cantici di Sion. Ma quanto più areb-bon’ avuto ribrezzo di cantare in Sion le canzoni di Babilonia ? Abbiamo anche noi quelli due linguaggi ; quello di Babilonia è il linguaggio del Mondo, quello di Paleftina è il linguaggio della Chiefa . Che uomini della Chiefa parlino con linguaggio di Mondo , e fi tolleri ? Che uomini del Mondo parlino con linguaggio di Chiefa, e non fi commendino ? Ma il commendarli di quelli rende più condannevoli e ’1 noftro tacere e ’1 noftro cinguettare . Che dunque avrà a farli per non errare ? Udite . La Lingua di chi miniftra agli altari taccia , fe fi à da parlare con linguaggio di Babilonia; e farà il primo punto : Parli, fe lì à da parlare con linguaggio di Paleftina ; e farà il feconda. Io non intendo dunque nè in tutto biafimar la lingua , nè in tutto lodarla ; perche liccom’ ella non è nè interamente buona, nè totalmente mala^ così