Greg. itor. Hier. ( difc. m< 112/h Bern. Uipi.fer, 2S0 RAGIONAMENTO XVI. no dalle iwftre labbra, perche in efle norilca tempre quello , che è noftro. Si leghi la noltra lingua, ma non sì Erettamente, che non fi pofla lcioglier 8* mai j Non infolubiliter obliganda , ne aut laxata in vi* tinni defluat, aut reftricia etiam ab utili-tate torpefcat ; confglia Gregorio il Grande . E’ il iuo tempo, in cui nulla parlar fi debba 5 è il fuo tempo, in cuidir fi debba alcuna cofa -, ma non è mai tempo, iru !e cui fi abbiano a dire tutte le cole. Bft t empus y quan-do nily & cft tempusy quando aliquid dicendum eft, nullum vero tempus e/ly in quo dicenda funt omnia ; impone Girolamo . Finalmente , non perche la lingua^ partorifea molti mali, non farà etta buona ; anzi è ottima, perche può pure partorir molti beni, le Lingua etft multa mala faciat > tamen eft optima \ affi* h cura Bernardo. E in verità , quanti beni può effe partorirei, principalmente in voi, clic fotte unti da olj fanti* ficnti, e ficte muniti da caratteri celefti, fe da voi verrà degnamente impiegata? Confide riamoli, ma brevemente; perche comprender polliate, che non meno potete voi efler rei di gravi delitti, io parlate, ove noi dovete , che fe non parlate, ove il dovete ; e ciò, perche parlando, ove non dovete , cagionate funeftiflìmi effetti, come finorl’ afcoltafte ; e perche non parlando , ove dovete, non partorite frutti degnifsimi, come or’ora farete per afcoltarlo. E primamente , Voi fiere cani nell’ovile di Crifto, di cui io fono il Fattore ; iiu quefto ovile vi fon pecore , che ftan foggettead efier predate, vi fono agnelli, che ttanno in pericolo di efiere uccifi ; intorno ad etto fi aggiran ladri, che tentati di farne la preda, fi appiattali lupi,