Sopra la ferìitura. Ecce ego.&c. 14$
A uoraginedelTinfernalprecipitio dalla delirai peccati palefi, cheti accufaran no,dalla finiftra i diauoli apparechiati a diuorarci,afcon derci farà i mpoffibilc,il comparire fpauenteuole, volgerai Chri-flo ad infiniti,& dirà.Andat<maledetti nel fuoco eterno;&pochif fimi vdiranno. Venite,& godete il reame de’ cieli.O chetimore, ò che terrore douerebbe entrare nelle voftre offa, quando vdite quello Euangelio, sì che di vno fudor freddo oppreffi, non vi veniffe mai più voglia di offendetela maeftàdiuina.ma eleggefte più torto	t
morir mille volte l’hora,che peccare.Ma perche tu non dica, che il timoreconuiene a i ferui, & non àfigliuolt, dell’amor ragionare-mo, che moftra Iddio nell’Epiftola a fuoi diletti, che è anco più erti
B caccad allettarci, e fpronarci,che non è il timor a fpauctarci a ritenerci. Orsù vdite quello gran Profeta Ezechicl in perfona di Dio . Ezeeh.34. fece ego requirà oues meas , & vifitabo eas, ficut vifitat paftor gregem fuum in die, quando fnei it in medio ouium fuarum difiìpatarum.O ineffabile clementia del grande Iddio.Confortateui pecorelle mie,diceiISignore.Ecco che io verrò a ricercami di vna in vna,vi vifitarò tutte,- Veggo che iLupi hanno lacerato gran partedivoi,vi medicarò come fà il buon pallore,quando fi mette in mezzo alla fua gregge,& le pecore ferite,& diffipate,con fiderà diligentemente per cu carie. Veggo, che molte fonodifperfe, vi raccoglierò da tutti i luoghi delmon-do,nella mandra mia.Voi fapete,Dotti,chcda Hebrei,Greci, & La
. tini,i Rè fempre metaforicamente fi dimandano pallori, & i fud-ditiarmenti,& greggi. E forfè di qui nacque la metafora, perche tutti i grandi in effetto furono partorì di pecore, Abclle, Giacob, Mosè,Dauid. Non fi legge effcrcitio alcuno mai innazi l’vfficio pa fiorale.Dunque non vi marauigliate, fé Dio,che è il noftro Rè, il noftrogouernatore,il noftro Prencipe, fi dimanda pallore. Et in perfona di tutti noi luoi armenti,dice Efaia. Omnes nos quafioues erra- Efa.jj. uimus. Pafiite eum,quiin vobis efigregewfi dice fan Pietro a fuoi cari pa-florido» quafi dominantes in clero,fed forma fatti greges ex animo. Vosgrtges Mei,vos oues pafeuamea bomines eftis, dice il grande Iddio per Ezechie- Ezech.j4.
E) le. Iddio adunque,per concluder hormai,è flato quello che a guifa di buon pallore, veftito divedi rufticane,di quella noftrafpoglia sì vile,come quel gran Rè,che per falute del popolo fuo prefe ha-bito ftrano. Et habituiuuentus,vt homo,àìxx San Paolo, che tanti anni PhiU'1* deliavita fua,con ftenti,fudori,fatica, & morte,nudo errando,cer cando, feorrendo per mezzo della terra habitabile, per ritrouar la greggiafua, cheeravicinaa morte,& ad eternarouina.Cheti par, Roma, di quello principio di amore del paftor noftro ? che però meritamente diceua. Egofum paftor bonus. Et qual pallore mori mai Ioan per lefue pccore?Chrifto,èben mortoper leanime noftre. Tradi-femetipfumin mortem prò omnibus nobis. L’Ouiledelle pecore,i buoni Ephj.
pallori, che le amano, procacciano, che fia molle per caricarfile greggio,