Sopra l’Epistola. <*Aegotauìt Ez^cbias, &c. 47 K gotibi quindecim annos. Et coli il terzo giorno fano del tutto , fall nel tempio. Vidcfi quello miracolo per il mondo tutto, fi Teppe il fauor di Dio, di quello Re, egli inimici Tuoi hebbero di gratia à mandare Ambafciadori à confederarli feco . O chi fa-pefle hora filofofare sù quella hiftoria, Roma, sù quello Sole, sù quelli quindcci anni, sù quello terzo giorno. Che Sole è quello le non Chrillo? robis timentibus nomen meum-, orietur Soliuftitip. O Malae.*-ueramenteSolc folo.r» filus peregrinus ; Torcular calcauifilus . Difce- !r“c*4’ fe già per diecc lince, fette delle sfere erranti, tre di tre Cieli, E a‘ 3’ Empireo, Chrillallino , Stellato, quando fi fece huomo. Tornò indietro perle ideile diece , quando afeefe al Padre, ritor-B nera per le medefime, quado uerrà in nuuola roffoà giudicare. O che fegno fopra ogni fegno. Hoc fignum erit in Calo, cum Dominus ad in dicandum venerit. Stolta Giudea , che dimanda fegni, Tolumus a te fi-gnum uidere . Ecce. eccepofltus ejì hic in fi gnu m . Non bilogna. che ti dia fegno, lui llelfo è il fegno. Quei quindici anni, che ci allunga Iddio per accrefccr meriti, che colà fono, fc non quei quindici doni della charirà (anta, che efplica San Paolo alii Corinthi ? Cbaritas patiens e si, benigna eft, non pnulatur, non agit perperam , non inflatur, non eft ambitiofa, non qu