S opra l’Epì(loia. Aegrotauit Ezjchuu, // A la ùoftrà mente. Vi darà, vi darà quella gratia Iddio, Chrilliani, le farete quel, che fece qucllagiouanetta, che ftaua a fcder l'opra un fomiero,- fedete,fedete tutti foprail giumento,- calcate, calcate tutti quella carne, quella beftia indomita; domate, vincetegli ap-petitrvoftri sfrenati, coll erumperete in tante lagrime, che non farete fonti, ma fiumi, e direte ancor voi. Super flumina Babilonia illue fe-dìmus,& fleuimus. Quella è la uiadi lauar le anime. O beato Rè Ezechia, che hauelti tanta gran copia d i lagn me, che poteron da gli oc chi tuoi falir in Cielo, muouer a pietà Iddio, & impetrarti la uita, che già era fpenta. Ma io non poflo già tenermi, che non mi uol-gaa uoi,"Romani, che ogni fperanza uollra, ponete nc i Prencipi, B nei granMaellri, polipolio Iddio,e pendete in tutto daloro, come fe niuna cofa ui potefle nuocere, quando il tal Signore, il tal Prelato, il tal Rè,vi fauoreggia: hoggi impararete,& cominciarete a pen far a cali volìri. Ezechia , che era si gran Rè, di tanta ricchezza, di tanta potentia, che di vinticinque anni cominciò a regnare, ere-gnò uintinoue, e quel che è più, era sì fanto, che niun prima di lui, nè poi fù di più probata uita,-non hà potuto fuggir le communi mi ferie di quello mondo, l’infidie della morte. In quei giorni appun 3*’ to,che con tanta gloria fù liberato dall’Angelo in vna notte,- in quei giorni, chcSennacherib fi fpauentò tanto per l’uniuerfal mot . te dell efl'erpito, e rotta miracolofa, e quel, che è piùfi trouò con C tanta ignominia dal prefato Angelo rato la barba , & il capo, che non fi potea in queipaefi far maggior vergogna ad vn’huomo, on de perciò fù profetato al Padre di Ezechia. Radet ‘Dominus Regis ^tfly riorum caput, & barbam vniuerfam. In quei giorni dico, che anco Senna cherib fùammazzato dalli propri) figliuoli : vedi, che trionfi fon quelli d’Ezechia : la morte pur allhora l’aflàlta per torgli la uitj. E' pazzia, è pazzia, cortigiani, il fidarli ne i Prencipi, che ìnaueduta-mente la morte, che hà manco timore di loro,che di tutti gli altri, batte negli fcettri,nellecorone,nelle mitre, nei regni loro. Non guarda doti di natura, non giouentù florida, non forza, non meriti , in vn tratto atterra, e tù rimani poi priuo di fperanza, Inten- D dete? Ecco il Profeta Dauid quel,che.u’infegna. Tmolite confiderei» Pfal.14,. ‘Principibus, in quibus non eff falus. Exibit (fiiritus principis, & reucrtetur in terram fuam , in illa die peribunt omnes cogitationes veftr<£, Beatus vir, cuius Deus adiutor eius, fi>es eiUs in domino, qui fecit caelum, & terram . Ipfe enim regnabit in fecula ,. in generatione , & generationem. Spera in Dio , in Dio. In Dio, Roma, colloca la tua fperanza, che durerà fempre, che è eterno ,che èpadron d’ogni cofa, e non farai confufamai. Omnis, qui feerat in eum, non confundetur. Quis confidit in Domino , & con-fufuseftì In te Domine gerani, non confundar in aternum. Horsù. Et in-troiuit ad Efaiass filius ^Amos Prophetp ,& dixit ei. Hac dicit Dominus, di- pfai.jò. ffenc domui tua, quia moritris tu, cir non vinci. Quello è quel Efaia, che Elai-jl. vide