660 L'ECONOMISTA no di pace 1913-1914, il merito è dovuto in primo luogo alle privative (sale e tabacco, sovratutto tabacco) ed in secondo luogo alle imposte sui redditi (ricchezza mobile e poi fabbricati e poi terreni). Contribuirono anche i all'aumenta, sebbene io minor proporzione, le tasse sugli affari ed i servizi pubblici. Procurarono disinganni le ferrovie (redditi patrimoniali) e le dogane. Fa d'uopo notare che i 300 milioni non esauriscono la potenzialità del nostro sistema tributario. Parecchi aumenti di imposte vecchie hanno cominciato a fruttare solo da poco tempo; le tre imposte sui benefici di guerra, sui proventi degli amministratori delle società anonime e sugli esenti dal servizio militare non hanno ancora dato nulla. Sembra non sia un'esagerazione affermare che, tenuto conto altresì dei 35 milioni di maggiori tasse ferroviarie e delle economie di bilancio già deliberate, si possa giungere «a regime normale» a 450-500 milioni di nuove entrate. Il che vuol dire che, » con le imposte finora sancite», avremmo quasi provveduto al servizio degli interessi sui debiti onerosi contratti per la guerra. E' un gran passo compiuto. Ma non basta. Bisogna provvedere agli interessi del costo delta guerra d'ora in poi, ed al servizio delle pensioni e sussidi ai feriti in guerra ed alle famiglie dei morti. All'obbligo sacrosanto non verranno meno gli i-taliani. La buona volontà con cui essi danno opera all'incremento del gettito delle imposte sui redditi e sul tabacco dimostra che vi è ancora del terreno da mietere nel campo della, tassazione dei redditi e dei consumi non necessari. Le spese della guerra italiana. — Cerchiamo di valutare — seguendo un articolo di Federico Flora sul «Resta del Carlino» — il costo della nostra guerra : Le spese militari del -periodo preparato-rio ammontano a 1.687 milioni, dalle quali, detraendo 80 milioni di spese coloniali, si ottiene una somma di spese per servizi militari propriamente detti di 1.607 milioni la quale, comparata ai 707 milioni del corrispondente periodo pacificò, assunto come termine del contronto, lascia una differenza di 900 milioni che rappresenta la spesa totale della preparazione con un costo mensile medio di cento milioni. Non meno facile è il computo del costo complessivo della guerra dal maggio 1915 al 31 maggio 1916, ossia fino al tredicesimo mese del quale, la Gazzetta Uf-ha pubblicati i dati relativi. Le spese complessive per servizi militari pel peno-do bellico in esame ammontano a 8.622 milioni dai quali sottraendo i 1.055 milioni dì spé.se del corrispondente periodo normale, nonché, per lo stesso periodo, ì 160 milioni di spese per le colonie addossate fino.al 1914 ai dicasteri della guerra e della marina, si ottiene una somma di 7.727 milioni che esprime il costo speciale- della guerra a tutto maggio 1916. Tale, finora il costo monetario del conflitto, da gran lunga inferiore a quello degli altri Sitati impegnati nella guerra orrenda. Sono in inedia. 594 milioni al mese spesi quasi per intero nella nazione che, malgrado si duro sacrificio di cui, non. dà. nessun indizio non diremo di esaurimento, ma nemmeno d) stanchezza. Le nuove imposte, create per pagare gli interessi dei debiti di guerra, hanno superato ogni previsione. Anche riferite alla ricchezza nazionale le spese della guerra italiana, in confronto a quelle proporzionali dell'Inghilterra, della Francia, della. Germania, dell'Austria-Ungheria, costituiscono la percentuale minima. E parimenti in senso assoluto. Le. -spese mensili della lotta, ammontano per l'Inghilterra — la sola arricchita, dalla guerra — a 3,7o0 milioni, per la Germania a 3.300 milioni, per la Francia a 2.790 milioni, per l'Austria-Ungheria, sempre restia a pubblicare per intero e chiaramente i suoi conti finanziari, a 1.800 milioni. E ciò per le sole spese monetarie pagate dalla cassa dello Stato e quindi escludendo i danni derivanti dàlia perdita di vite umane, di Provincie, di ricchezze, che costituiscono per taluni belligeranti passività colossali. Il gettito delle entrate inglesi. — Illustrando il gettito delle entrate per il trimestre finito il 30 giugno; il « Times » dice che l'esame delle notevoli cifre per il primo trimestre dell'anno finanziario 1916-1917 indica che la situazione economica dell'Inghilterra non ha perduto niente della sua solidità dopo quasi due anni di guerra. Le condizioni anormali recano risultati anormali, ma l'aumento di 6.366.000 sterline al capitolo delle dogane, e cioè un aumento del 65 per cento, non poteva davvero essere sperato, in presenza delle difficoltà senza precedenti che hanno ostacolato e ristretto il commercio. L'aumento delle entrate per l'imposta sul reddito è pure molto elevato e sarà probabilmente ancor più elevato per il trimestre corrente pel fatto che questa comprenderà il pagamento dei 26 per cento di sovraimposta stabilito l'anno scorso, ma non ancora riscosso. La riscossione delle tasse sugli extra profitti procede sempre lentamente, ma non vi è nessuna ragione di modificare il compito del suo reddito eventuale. Perciò, quantunque le cifre per il trimestre siano molto soddisfacenti, tuttavia esse non costituiscono affatto un adeguato criterio per stabilire quello che sarà di reddito dell'intero .anno. I prestiti totali di guerra per il trimestre ammontano a 373.353.700 sterline, contro 208.942.345 per il periodo corrispondente del 1915, ossia un aumento di 164.411.355. Le spese salirono a. 444.559.574, con un aumento cioè di 186.086.582. La differenza tra questo aumento e. l'aumento nell'ammontare dei prestiti costituisce la maggior somma ottenuta dal rendimento delle entrate ordinane. La situazione economica e finanziaria del Chili. ■— I giornali dell'America del Sud recano alcuni particolari sulla situazione economica e finanziaria del Chili. Nel bilancio del 1917, le entrate ordinane coprirono le spese correnti. Rispetto al bilancio speciale per lavori di porti, di navi da guerra e di acqua potabile, il presidente spera che U Parlamento voterà le leggi sulla vendita dei terreni nitrarì, sulla carta bollata e sulle- stampiglie. II debito dello Stato al 31 dicembre 1915 ascendeva a 34,556,380 lire sterline e quello fluttuante sorpassava 10 milioni di piastre. Il solo annuncio di queste cifre consiglia di adottare una politica finanziaria diversa da quella che è stata seguita finora, salvo esigenze della difesa nazionale ed altre necessità della stessa natura. A copertura della moneta-cartacea emessa, lo Stato disponeva al 31 dicembre scorso di 111.034.260 piastre-oro- di 18 pence, depositate nelle banche europee ed alla zecca. Si spera che l'esercizio finanziario in corso si chiuda senza, deficit, come lo fa credere l'accrescimento delle entrate e la rigorosa economia che è norma invariabile delle decisioni del governo. Il commercio estero della Repubblica continua ari essere colpito dall'universale turbamento dell ora presente : tuttavia non nelle considerevoli proporzioni che si fecero sentire al principio del conflitto. II valore degli scambi nel 1915 è stato di 480.690./lo piastre-oro, di cui piastre 153.211.557 alle importazioni e piastre 327.479.158 alle esportazioni. La ferrovia da Arica a La Paz continua a dare buoni risultati; l'ultimo esercizio ha lasciato un utile di 258.000 piastre. Per ottenere risultati migliori, occorre dotare il porto d'Arica d'impianti moderni. La ferrovia longitudinale non ha registrato che un deficit di 46,394 piastre. L'imposta sul reddito in Inghilterra. — Il segretario finanziario del Tesoro, ha dichiarato alla Camera dei Comuni che il prodotto- dell'imposta sui reddito è asceso pef l'anno finanziario terminato u 31 marzo scorso a circa 3 miliardi e 200 milioni eli franchi. > Le finanze dell'Egitto. — Dai conti dell'esercizio finanziario 1915-916 si deduce che le entrate ascendono a lire egiziane 17.759.418 e le spese a lire-egiziane 15.324.259, lasciando un- avanzo di 2.43o.loO lire eg., di cui 1.270.407 lire eg. sono state destinate au ammortizzare il deprezzamento sui valori del tona/ di riserva. Il saldo è stato- portato a. questo fondo, che ora ascende ad un totale di 4.799.642 lire eg. I risultati dell'ultimo -esercizio hanno praticamente ristabilito la situazione finanziaria, del governo egiziano al suo livello di prima della guerra.