HOBBES E BENTHAM. CONTRATTUALISMO E UTILITARISMO 91 tare le proprie libertà fondamentali, come ha argomentato Sen attraverso la nota questione della impossibilità del paretiano liberale 6. Proprio da queste difficoltà teoriche del neoutilitarismo sembra rinascere, come alternativa, il modello contrattualistico. Per il neocontrattualismo il problema fondamentale non è quello di computare o ordinare le preferenze individuali al fine di massimizzare l’utilità sociale: il problema consiste piuttosto nel definire un insieme di regole in grado di garantire un’equa distribuzione delle risorse derivanti dalla cooperazione sociale. La definizione di tali regole sarebbe l’oggetto dell’accordo, del contratto stipulato dagli individui in una ipotetica posizione originaria, ovvero in assenza di informazioni sui loro interessi particolari, sulla loro specifica condizione sociale. Dunque fondamentale non è tanto rendere più efficiente la società quanto stabilire delle regole peri un 'equa distribuzione agli individui delle risorse in essa prodotte. Ciò significa affermare che gli individui hanno un’imprescindibile identità personale (non sono tanti barili di petrolio) e che quindi le loro relazioni presuppongono il riconoscimento di diritti e doveri reciproci. In ambito neoutilitaristico si è ovviamente tentato di superare le difficoltà appena ricordate, ponendo limiti alla sfera di applicazione del principio di utilità e cercando di salvaguardare la persona, i suoi diritti e il significato delle sue eventuali spinte ideali. Si è così avviata, fra neoutilitaristi, e fra neoutilitaristi e neocontrattualisti, una discussione fatta di repliche e controrepliche sempre più sottili e sofisticate (tanto nell’argomentazione quanto nel livello di formalizzazione), in cui risulta talvolta problematico comprendere se e quanto le sfere concettuali di neoutilitarismo e neocontrattualismo siano del tutto distinte, parzialmente coincidenti, oppure l’una sia un sottoinsieme dell’altra. A questo proposito, per limitarci al versante italiano della discussione, si possono citare le posizioni di Martelli, che vede come possibile una tendenziale coincidenza di neoutilitarismo e neocontrattualismo (almeno nelle versioni presentate rispettivamente da Harsanyi e Rawls), e di Veca, che ritiene neoutilitarismo e neocontrattualismo teorie ben distinte, per certi versi antitetiche e comunque non riconducibili ad una prospettiva unitaria7. 6. A. Sen, The impossibility ofa Raretian liberal, «Journal of politicai economy», LXXVm, 1970. 7. Sulle differenze fra (neo)utilitarismo e (neo)contrattualismo in Veca cfr. soprattutto Interesse e identità. Osservazioni sui contrasti fra utilitarismo e contrattualismo, in: Ricerche politiche due, Milano, Il Saggiatore, 1983; ma anche La prospettiva contrattualistica ai John Rawls, in: Ricerche politiche, Milano, Il Saggiatore, 1982 e Utilitarismo e contrattualismo. Un contrasto tra giustizia allocativa e giustizia distributiva, in: Utilitarismo oggi, a cura di E. Lecaldano e S. Veca, Bari, Laterza, 1986. Per