56 PAOLO MORAWSKI polacco, Mikolaj Firlej, sarebbe partito da Cracovia nell’estate del 1499 e solo nel marzo del 1500 il re di Polonia avrebbe firmato con il sultano una tregua di nove mesi. Vero era invece che il 15 e 16 aprile del 1499 era stato firmato a Cracovia un patto che sanciva il definitivo riawicina-mento tra l’Ungheria e la Polonia e la temporanea alleanza fra questi due regni e la Moldavia. La differenza, come si vede, non è lieve. Nondimeno, ciò che era soprattutto necessario presentare in questo caso era il modo in cui le notizie si succedono e si intrecciano nei Diarii. Solo su questa base è possibile infatti farsi un’idea più esatta della conoscenza e della percezione che la classe dirigente veneziana ha potuto avere di quel complesso di vicende militari e di azioni diplomatiche note come la sfortunata «avventura moldava» di Giovanni Alberto Jagellone61. Dal modo in cui il Sanudo le ha registrate risulta innanzitutto che le notizie si equivalgono tutte: le piccole come le grandi, le vecchie come le nuove, le vere come le false — Mosca ad esempio non ha mai partecipato al conflitto. I Veneziani, quindi, anche se hanno capito l’essenziale di questa guerra, non hanno potuto afferrare con esattezza che cosa stava veramente succedendo laggiù, oltre i Balcani e le Alpi transilvaniche, e quali erano i reali protagonisti della vicenda. Russi, Polacchi, Ungheresi, Moldavi e Valacchi sono presentati sullo stesso piano; la loro funzione bellica appare interscambiabile. Collocate in un ambito più generale, inserite sullo sfondo dell’interminabile lotta che oppone i cristiani ai Turchi, i credenti agli infedeli, le informazioni risultano sostanzialmente appiattite. Non sempre si riesce a cogliere il preciso susseguirsi degli avvenimenti e le cause si confondono spesso con gli effetti. Tutto ciò dipende ovviamente dalle distanze geografiche, dalla lentezza incredibile con cui si espande l’eco di alcuni fatti, dal tempo necessario all’in-staurarsi della comunicazione. Dipende tuttavia anche da alcuni difetti di informazione. Le notizie provengono dai margini spesso lontani del teatro degli avvenimenti e sono quasi sempre di seconda, terza, quarta 61. Per la storia polacca ho fatto riferimento ai seguenti lavori: Historia dyplo-macji cit., J. Dabrowski, Dzieje Polski sredniowiecznej [Storia della Polonia medievale], t. II, Kraków, 1926; R. Przezdziecki, Diplomatie et protocole à la courde Pologne Paris, 1934-1935, 2 voli.; W. Konopczynski, Dzieje Polski nowozytnej [Storia della Polonia moderna], t. I, Londyn, 1958; A. Tamborra, L’Europa centro-orientale nei secoli XVI-XVII, in: Nuove questioni di storia moderna, voi. I, Milano, 1964, pp. 527-556- Dziejòw Polski blaski i cienie [Luci e ombre della storia polacca], Warszawa, 1968; Il Rinascimento (1493-1520), a cura di G. R. Potter, in: Storia del mondo moderno, voi I Milano, 1970, pp. 522-560; The Cambridge history ofPoland. Prom thè origins to Sobieski (to 1696), New York, 1978; Storia della Polonia dalle origini ai nostri giorni, a cura di A. Gieysztor, Milano, 1983; Polski slownik biograficzny [Dizionario biografico polacco'], t. 1-28, Wroclaw-Kraków-Warszawa, 1935-1985.