Vi è certamente in essi un pericolo, in cui gli studiosi sono talvolta incorsi: quello di esagerare l'esattezza dei metodi e voler quasi pesare dei milligrammi con bilance che accusavano solo delle tonnellate. Ma in un altro pericolo gli studiosi seri non cadranno mai : quello di perder la nozione del risultato finale per difficoltà di particolari, come chi dubita di fronte a una montagna della ro- tondità della terra. 50 miliardi di margine erano l'orse pochi per i calcoli di Wolowski; ma, anche con tale errore, il suo risultato rappresen- tava un bel progresso di fronte alle cifre di Eliseo Réclus o dell'ingegnere Sciama che facevano salire rispettivamente a 500 o 600 miliardi la ricchezza della Francia, e a quelle del depu- tato Boysset che la valutava solo a 10 o tii miliardi. Coi progressi realizzati nel metodo, 50 miliardi di margine sono oggi già troppi. Perfezionare vieppiù il metodo, restrin- gere ancora cotesto margine è lo scopo che ragionevolmente può oggi proporsi lo studioso. Ognuno porta la propria pietra o ri- muove una pietra mal posta: così lentamente ma sicuramente si innalza la costruzione scientifica. Osservazioni preliminari. Alla parola ricchezza viene attribuita dagli economisti diversa estensione. In un'accezione più lata, la ricchezza comprende tulli i beni (si intendono i beni materiali) esistenti in quantità superiore (per es., aria) o non superiore al fabbisogno. In un'accezione più ristretta, oggi dominante, la ricchezza abbraccia i soli beni in quantità non superiore al fabbisogno. In questo senso si parla del calcolo della ricchezza di una per- sona o di una collettività o di un paese. Quando un bene è in quantità non superiore al fabbisogno, anche l'ultima sua dose presenta un'utilità, che suol dirsi grado finale di utilità del bene. Potremo dire pertanto che, intesa in senso stretto, la ricchezza di una collettività risulta dal com- plesso dei beni, di cui la collettività dispone, aventi un grado finale di utilità. Moltiplicando il grado finale di utilità (dato che si possa misurare) di ciascun bene per il numero delle sue dosi disponibili, e facendo la somma dei prodotti così ottenuti, si otterrebbe la misura del grado di ricchezza della collettività. Intesa in senso lato o ristretto, la ricchezza è qualche cosa di diverso dal benessere, che si può piuttosto definire un rap-