tende a smentire l’immagine uniformemente centralistica che si tende ad avere dell’amministrazione francese. Tuttavia non c’è dubbio che il coinvolgimento dell’amministrazione centrale è stato il modo attraverso il quale si è cercato di affrontare il problema di governo della metropoli del terzo tipo. In qualche modo si può sostenere che, trattandosi di un caso estremo di estemalità, si è pensato che l’unico modo di internalizzare le diseconomie esterne fosse quello di riferire le decisioni, ed i finanziamenti, al livello più alto del sistema politico/amministrativo, lo Stato appunto. Ed in qualche modo lo sviluppo contraddittorio delle politiche urbane, e soprattutto delle politiche per le grandi città nei paesi industrializzati può essere letto anche in questa chiave. Ma fuori da questa possibilità, cioè fuori da uno Stato che si fa carico di risolvere i problemi dell’innovazione nelle grandi aree urbane, quali soluzioni istituzionali sono disponibili? Qui inizia la seconda parte della relazione che, come capirete, sarà molto più problematica e molto meno definitoria di quanto è stata la prima. Per tentare di rispondere ho articolato la seconda parte della mia relazione nella discussione di quattro problemi distinti, mentre successivamente, ed in modo un po’ provocatorio, avanzerò una proposta impossibile, o forse sarebbe meglio dire fantascientifica. Il primo problema può essere formulato nel modo seguente: a che cosa servono le istituzioni? E la prima risposta che si può dare è che, dal punto di vista dell’efficacia del governo, le istituzioni non servono a moltissimo, le istituzioni non cambiano radicalmente il modo in cui si governa. La seconda risposta, però, è che, se servono a qualcosa, servono a imporre, o quanto meno a favorire, il dominio di una specifica definizione del problema da affrontare. In parole semplici, e facendo riferimento alla questione che ci interessa, la creazione di un’organizzazione politico-amministrativa che si chiama città metropolitana di per sé sola basta a definire 1’esistenza del problema metropolitano. Naturalmente noi sappiamo benissimo che non è la legge sulle città metropolitane che crea le metropoli, però di fatto definisce come problema politico-amministrativo la questione del governo metropolitano. Da questo punto consegue che forse - spero di non far arrabbiare nessuno - la definizione del territorio all’interno del quale agisce la nuova istituzione non è molto importante, perché se la questione è quella di generare innovazione relativamente a un polo centrale, a Milano potrebbe bastare anche il territorio di piazza del Duomo, nel senso che è evidente che, comunque, qualunque in- 53