so senza ricorrere allo sciopero. All'estero questo è la norma. Siamo diventati più europei? «È un contratto che ci avvicina agli standard europei delle relazioni industriali. Il merito mag- giore va alla decisione dei Sindacati e della Federmeccanica di non considerare la trattativa come una sede per confronti ideologici o politici. Ha influito anche la consapevolezza che stiamo attraversan- do una situazione economica delicata: uno scontro aspro avrebbe pregiudicato le possibilità di rilancio, riducendo inoltre le possibilità di riassorbimento dei disoccupati e dei cassintegrati. Tutti si sono rivelati consapevoli che la priorità era la ripresa dell'attività industriale». - Da molte partì questo contratto è stato giudicato un evento. Può illustrarci, in estrema sintesi, i contenuti più qualificanti? «Le novità riguardano soprattutto tre aspetti: la previdenza integrativa, il trattamento economico e la contrattazione aziendale». - Che cosa è stato deciso in merito alla previdenza integrativa? «L'argomento era già stato affrontato nei contratti di altre categorie ma, per la prima volta, con questo accordo si passa alla fase operativa: abbiamo cioè deciso quanto denaro destinare alla previdenza integrativa. Le ragioni del problema sono note: la crescente sfiducia sulle possibilità dell'Inps di continuare a pagare pensioni ai livelli attuali. Così, come avviene negli altri Paesi occidentali, i lavoratori accantonano una parte del proprio reddito per la vecchiaia. Per rendere operativo l'accordo occorre però una legge che ritengo non tarderà perché c'è un largo consenso politico intorno a questa necessità». ^ minabile a priori e potrà essere anche totalmente variabile in funzione dei risultati raggiunti. Diverse distribuzioni dell'orario di lavoro, anche con l'utilizzo collettivo delle riduzioni di orario, potranno essere concordate in caso di: - esigenze di maggior utilizzo strutturale e non temporaneo degli impianti che comporti l'istituzione di più di 15 turni settimanali, per esempio una rotazione su tre turni per sei giorni alla settimana; - necessità di contrazione temporanea dell'orario, a fronte di crisi, ristrutturazione, riorganizzazione o conversione aziendali che determinino eccedenze occupazionali. In questa situazione, oltre ai PRO potranno essere utilizzati anche i PIR e le festività coincidenti con la domenica al fine di contenere la cassa integrazione. PART-TIME Potrà realizzarsi su base giornaliera, settimanale, mensile e annuale. Anche ai fini di consentire un maggior utilizzo degli impianti, i contratti a tempo parziale potranno prevedere sia un orario giornaliero superiore alle otto ore (purché le ore settimanali siano inferiori a40), siaorari settimanali pari a 40 ore, con distribuzione tale che, su base annua, risulti un orario medio inferiore a quello dei lavoratori a tempo pieno. Compatibilmente con le esigenze tecnico organizzative, le aziende potranno valutare le richieste di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time, non oltre il limite del 2 per cento del ► ORARIO DI LAVORO A partire dal le gennaio 1995 viene stabilito Vutilizzo certo ed effettivo entro ogni anno'di almeno 6 gruppi di otto ore di permessi per riduzione orario (PRO), mentre i restanti tre PRO, se non fruiti, possono essere liquidati a fine anno. La fruizione individuale dei PRO potrà avvenire anche per gruppi di quattro ore, ad esclusione dei lavoratori turnisti e compatibilmente con le esigenze tecnico organizzative. ILLUSTRATO ♦ SETTEMBRE 1994 5