dito che ogni italiano ha verso lo Stato. Il problema sorge quando non riusciamo a dare segni, attraverso i bilanci annuali, di una politica di rientro. È vero che il nostro disavanzo primario è diventato un avanzo, ma questo non basta, se gli oneri per interesse sono ancora così elevati. Anzi, rischiano di crescere se manca una fidu- cia internazionale nei confronti del Paese. Senza fiducia in Italia non può esserci una ripresa dell'economia». - Debito pubblico alle stelle, eccessivo differenziale di inflazione e di interessi: il "rischio Paese" può pregiudicare la ripresa in Italia? «Purtroppo sì. Tutto è origina- la linea di montaggio dello stabilimento Iveco di Ulm to dal disavanzo dello Stato e la soluzione di questo problema è prioritaria. Non possiamo migliorare i servizi (per esempio, costruire scuole, ospedali, eccetera) se prima non risaniamo i conti dello Stato. Il debito pubblico potrebbe scatenare una crisi di sfiducia e le conseguenze sarebbero l'aumento dei tassi di interesse, un'ulteriore svalutazione della lira, la crescita del costo di produzione attraverso il lievitare dei tassi di interesse e, soprattutto, la sfiducia dei consumatori. I mercati in ripresa hanno bisogno di aspettative favorevoli». - Il tasso di disoccupazione italiano è tra i più elevati d'Europa. Una maggiore flessibilità del mercato del lavoro (come avviene in altri Paesi) può contribuire a ridurlo? «Sì, ma non basta. Praticamente tutti gli aspetti sono concordi nel sostenere che serve la flessibilità del lavoro (orari, contratti, eccetera) ma è altrettanto importante la flessibilità delle professioni (la capacità di convertire il lavoro) e la flessibilità delle organizzazioni (l'abilità delle imprese di adottare strutture e comportamenti organizzativi adatti alle mutevoli situazioni). Ne aggiungo una quarta: serve la flessibilità del sistema economico, cioè la possibilità del sistema-Paese di cambiare radicalmente per cogliere le sfide. Basta guardare come gli Stati Uniti in pochi anni hanno saputo trasformarsi per respingere la sfida giapponese. Al contrario, l'Italia ha una pubblica amministrazione che è l'esatto opposto della flessibilità. Questo è uno dei fattori che più deprime la competitività del sistema Italia, oltre che la causa prima del disavanzo dello Stato». - Questo inizio di ripresa è frutto solo della svalutazione della lira? «La svalutazione ci ha aiutato: lo ha fatto sia con i concorrenti migliori, che hanno un prodotto va- > ILLUSTRATO ♦ APRILE 1995 5